Zero per zero è la soluzione della Meloni contro la crisi, di cosa si tratta?

Meloni lancia la strategia “zero per zero” per evitare dazi e crisi: una diplomazia economica alternativa.
3 settimane fa
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Meloni
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Nella complessa rete della diplomazia economica globale, l’Italia si muove con una strategia precisa e, a tratti, spiazzante. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha infatti recentemente adottato quella che ha definito una strategia dello “zero per zero”. Ma cosa significa davvero e quale impatto potrebbe avere sull’economia italiana e sui rapporti internazionali?

Il termine è emerso in un contesto tanto delicato quanto strategico: le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti. Il cuore della questione riguarda i dazi sulle auto elettriche, che rischiano di inasprirsi a causa delle politiche protezionistiche promosse da Donald Trump, oggi tornato sulla scena da protagonista.

La linea di Meloni non si fonda sullo scontro, ma su una tattica che vuole evitare l’escalation, mantenendo un fragile equilibrio.

Cosa significa “zero per zero” nella diplomazia economica

Con “zero per zero”, Meloni indica un approccio fondato sul principio della reciprocità totale: se gli Stati Uniti decidono di non imporre dazi sulle auto elettriche europee, l’Europa, e quindi anche l’Italia, risponderà con la stessa misura, senza introdurre dazi a sua volta. L’obiettivo è prevenire una guerra commerciale che, in un momento di crisi economica globale, potrebbe risultare devastante per le industrie e i lavoratori europei.

La presidente del Consiglio ha fatto appello al pragmatismo, evitando le contrapposizioni ideologiche e proponendo un modello di dialogo che tenga conto sia della necessità di proteggere la produzione interna, sia dell’urgenza di mantenere i mercati aperti. La strategia non è solo un messaggio diretto agli Stati Uniti, ma anche una linea guida per l’Europa, che spesso si mostra più frammentata nelle decisioni economiche.

Meloni, un messaggio anche a Bruxelles

La proposta della Meloni è anche una provocazione politica all’Unione Europea, che sta valutando l’ipotesi di rispondere con dazi simmetrici nel caso in cui Trump tornasse a imporre tariffe sulle importazioni. In questa fase, l’Italia si smarca dalle scelte più aggressive di altri partner europei, come la Francia, per porsi come mediatrice.

Meloni sembra puntare su una visione realistica: l’Italia ha bisogno del mercato americano, ma non può permettersi uno scontro frontale. Allo stesso tempo, cerca di accreditarsi come interlocutore affidabile presso Washington, in un momento in cui gli equilibri geopolitici si stanno ridefinendo. La strategia zero per zero, quindi, non è solo economica ma anche politica, e si inserisce in un più ampio tentativo di ridefinire il ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo.

Meloni e le implicazioni per l’economia italiana

Se da un lato questa mossa sembra rassicurare le imprese italiane che esportano negli Stati Uniti, dall’altro resta da capire quanto sarà efficace in concreto. La sua riuscita dipende infatti da un equilibrio delicato: la disponibilità degli USA ad accogliere la proposta e la coesione degli altri Stati membri dell’Unione Europea nel seguirla. La diplomazia commerciale è fatta di compromessi, e l’Italia dovrà dimostrare di avere la forza di tenere il punto anche nel momento in cui altri partner spingano per misure più drastiche.

In ogni caso, il messaggio è chiaro: l’Italia non vuole chiudere i mercati, ma nemmeno restare passiva. Zero per zero significa abbassare le armi, ma con la condizione che anche l’altro faccia lo stesso.

In sintesi.

  • Meloni propone il “zero per zero” per evitare guerre commerciali con gli USA.
  • La strategia si basa sulla reciprocità totale nei dazi.
  • Punta a tutelare l’economia italiana mantenendo il dialogo con Washington.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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