Per l’effetto del rialzo dei tassi da parte della Bce e dell’inflazione, i principali Istituti di Credito hanno alzato/diminuito i costi dei conti correnti? C’è in merito un’analisi de Il sole 24 ore che ce lo ha spiegato.

Intanto, c’è grande preoccupazione per la decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione del petrolio di 1,6 milioni di barili al giorno. Dopo tale annuncio c’è stato un aumento del prezzo di quest’ultimo e gli effetti potrebbero ripercuotersi sui beni di prima necessità provocando ulteriori rincari, ora che la situazione stava migliorando.

La Banca Centrale Europea, quindi, potrebbe operare un aumento dei tassi ancora più alto di quello previsto.

Gli analisti, però, sono tranquilli e prevedono che, nonostante la decisioni dell’Opec, i prezzi del cibo freneranno. Il mercato, intanto, attende altri due aumenti dei tassi Bce con un picco al 3,5%.

Aumenti o diminuzione

Dall’analisi de Il Sole24 Ore emerge che per l’effetto del rialzo dei tassi portato avanti dalla Bce negli ultimi mesi, alcune banche hanno ridotto i costi dei conti correnti mentre altre li hanno alzati.

Tra gli Istituti di Credito che hanno ridotto i costi, spiega il quotidiano, c’è Banca Sella che non applica più dallo scorso mese la commissione di giacenza per le imprese. Anche Bnl ha fatto lo stesso per le imprese a partire da agosto 2022 ma per colpa dell’inflazione lo scorso mese ha aumentato il costo dei conti correnti.

Ha deciso di ridurre gli oneri dei conti eliminando, ad esempio, la excess liquidity fee, Banco Desio. Tale Istituto di Credito, però, allo stesso tempo ha aumentato i costi dei conti anche se ora starebbe pensando di ridurli.

Banco Bpm, invece, ha eliminato la commissione di gestione per le aziende ma poi, per colpa dell’inflazione, ha aumentato il costo dei conti correnti.

E le altre?

Tra le principali banche italiane c’è anche Bper che ha comunicato di voler ridurre a maggio i costi per quei clienti che negli ultimi due anni hanno subito gli effetti dei tassi negativi.C’è da dire, però, che a gennaio scorso ha aumentato i prezzi del conto corrente e della carta di debito.

La Credit Agricole, ha sottolineato Il Sole 24 Ore, starebbe valutando di ridurre i costi a seguito del nuovo rialzo dei tassi di interesse dopo averli aumentanti per colpa dell’inflazione.

Intesa SanPaolo e Fineco, invece, hanno soltanto diminuito il canone mensile sui conti correnti così come Poste Italiane. Quest’ultima, infatti, ha eliminato l’aumento di 2 euro introdotta nell’estate 2022 per far fronte ai tassi negativi. Ha, però, come gli altri Istituti di Credito innalzato i costi sui conti correnti per l’inflazione.

Infine, Unicredit ha prima ridotto il canone ai clienti per far fronte ai tassi negativi per poi aumentare i costi, sempre per colpa dell’inflazione. Banca Popolare di Sondrio, Sparkasse, Banca Popolare di Bari, Mediolanum e Banca Etica, invece, non sono intervenute né con rialzi e nemmeno con diminuzioni.

A seguito di queste operazioni, però, è intervenuta Banca d’Italia che ha chiesto ai vari Istituti Bancari di non aumentare le spese dei conti correnti per far fronte all’inflazione e soprattutto di evitare di proporre modifiche unilaterali dei contratti.

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