Le compagnie telefoniche le stanno pensando davvero tutte. Dopo il canone a 28 giorni, ora hanno provato ad aumentare le tariffe telefoniche in base all’inflazione. Peccato che sia intervenuta ancora una volta l’Autorità a mettere un freno a questa pratica.

Semaforo rosso, però, solo per i vecchi contratti in quanto per i nuovi gli operatori potranno inserire la clausola relativa all’aumento delle tariffe indicizzate all’inflazione. Altra gatta da pelare, quindi, per i tanti cittadini che cambiano di frequente operatore per risparmiare sui costi delle offerte.

Purtroppo i gestori ne pensano una più del diavolo e a pagarne le spese sono sempre i consumatori.

Ma vediamo quali sono le nuove regole.

Ecco cosa ha deciso l’Agcom

Si attendeva un intervento più risolutivo da parte dell’Agcom sugli aumenti delle tariffe telefoniche per l’inflazione proposti dagli operatori telefonici ma così non è stato. O meglio, è avvenuto in parte.

L’Autorità ha stabilito che i contratti in essere che non prevedevano già l’automatismo non potranno essere modificati unilateralmente dagli operatori mediante comunicazione. Avranno bisogno, infatti, di un’accettazione da parte degli utenti, si tratta infatti di una modifica contrattuale. I consumatori, quindi, potranno anche decidere di rifiutare le nuove disposizioni.

Se l’indicizzazione è invece prevista, l’operatore potrà modificare le tariffe solo nella misura corrispondente alla variazione dell’indice annuale dei prezzi al consumo. Occhio dunque ai nuovi contratti in quanto gli operatori potranno inserire già da subito la clausola.

Dato che l’Agcom ha previsto che le tariffe telefoniche possono variare solo nella misura corrispondente alla variazione dell’indice annuale dei prezzi al consumo, significa che se l’inflazione scende, dovranno scendere anche le tariffe. Le compagnie telefoniche, invece, volevano introdurre solo aumenti escludendo le riduzioni.

Inoltre l’Agcom ha bloccato anche l’aumento delle tariffe internet per la casa in automatico, man mano che l’inflazione sale.

Cosa devono fare le compagnie telefoniche

L’Autorità ha invitato gli operatori telefonici a essere trasparenti: dovranno informare gli utenti 1 mese prima della variazione del contratto. Ciò mediante l’invio di un messaggio con posta elettronica o con lettera. In alternativa la comunicazione potrà avvenire anche in fattura.

Inoltre ci sarà l’obbligo da parte degli operatori di pubblicare sul sito ufficiale la variazione del canone ma tale operazione si dovrà eseguire due mesi prima dell’entrata in vigore delle nuove tariffe.

In più, le clausole di indicizzazione, per quanto riguarda le nuove tariffe telefoniche, dovranno essere ben evidenziate. Per quanto riguarda, infine, l’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo, l’applicazione non potrà avvenire prima dei dodici mesi dall’adesione contrattuale. La durata massima, invece, non dovrà superare i dodici mesi.

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