Il possibile accordo sui dazi tra UE e USA può passare dalla Cina

Tra Unione Europea e Stati Uniti è possibile trovare un accordo per evitare i dazi passando per la Cina. In attesa della visita di Meloni.
4 settimane fa
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Accordo sui dazi USA possibile
Accordo sui dazi USA possibile © Licenza Creative Commons

E se fosse la Cina la chiave per arrivare ad un accordo sui dazi? La premier Giorgia Meloni incontrerà il presidente americano Donald Trump il 16 aprile, prima di Pasqua. Sarà il primo faccia a faccia tra i due da gennaio, quando s’incontrarono per sbrogliare la matassa attorno alla giornalista Cecilia Sala detenuta in Iran. La premier aveva presenziato anche all’inaugurazione di pochi giorni più tardi. Arriva nel momento più adatto, anche se delicatissimo. L’Unione Europea cerca di avviare un negoziato con gli Stati Uniti per evitare l’escalation commerciale dopo che la Casa Bianca ha annunciato una tariffa del 20%, che sale al 25% sulle auto importate dall’area.

Roma può mediare tra le due parti, avendo tenuto un atteggiamento di dialogo con Washington ed essendosi opposta alle ritorsioni istintive suggerite da Parigi.

Meloni punta al 0-0

Scherzando, Meloni ha detto che il risultato che spera di ottenere dalla sua visita negli USA sarebbe “uno zero a zero”. Con esso intende l’azzeramento reciproco dei dazi. E’ chiaro che non potrà tornare da Washington con un accordo in tasca sui dazi, essendo la materia di pertinenza di Bruxelles. Tuttavia, dalla stessa Commissione hanno avallato il viaggio. “Chiunque abbia il numero di Trump, lo usi”, ha affermato il commissario al Commercio, Maros Sefcovic.

Cina vero obiettivo di Trump

C’è una possibile soluzione a questo rebus? La Cina, dicevamo. Trump vinse le elezioni già del 2016 puntando sul contrasto al dumping cinese. Lo scorso anno, gli americani hanno importato merci dal Dragone per quasi 440 miliardi di dollari, registrando un passivo commerciale di 295 miliardi. L’Unione Europea ha fatto di peggio: 518 miliardi di euro di merci importate e 304,5 miliardi di disavanzo.

Tra USA e UE ballano 900 miliardi di euro di importazioni dalla Cina e un disavanzo nell’ordine dei 550 miliardi. L’obiettivo di Trump sarebbe di scatenare una guerra commerciale per ridimensionare la Cina come manifattura globale. Per farlo può avere bisogno dell’Europa. E l’Europa sarebbe bene che guardasse alla luna e non al dito.

Cosa accadrebbe se gli USA imponessero dazi alla Cina e l’Europa no? Pechino reindirizzerebbe le sue esportazioni verso quest’ultima, inondandola ancora di più di merci a basso costo. La manifattura europea rischierebbe la fine. E se Washington e Bruxelles unissero gli sforzi? Entrambe le potenze imporrebbero dazi alla Cina e li azzererebbero tra loro. Le merci transiterebbero da una parte all’altra dell’Atlantico senza barriere, mentre Pechino resterebbe confinata in Asia. Questo sarebbe l’accordo sui dazi che eviterebbe il contraccolpo alle imprese europee, anche se a fronte di rincari per i consumatori.

Accordo sui dazi contro Cina?

La Cina verrebbe messa dinnanzi alle sue responsabilità di questi decenni: avere sfruttato il commercio mondiale per praticare politiche di dumping, a dire il vero sotto gli occhi compassionevoli dei governi occidentali. Inizierebbe il decoupling per dirla in gergo. Ammesso che sia quello che l’élite del Vecchio Continente voglia. Ci sono interessi in gioco che se ne fregano dei ragionamenti macroeconomici e geopolitici, così come un’ostilità preconcetta all’America, a maggior ragione se di Trump.

Un accordo sui dazi in funzione anti-cinese resta possibile solo superando queste resistenze.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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