Pensioni statali in aumento del 8,4 per cento, ma diminuiscono gli importi

Sono più di tre milioni le pensioni statali per un importo medio che sfiora i 2.000 euro mensili. Tutti i dati elaborati dall’Inps.
4 anni fa
2 minuti di lettura
pensioni

Nel 2020 l’Inps ha liquidato 179.230 nuove pensioni statali. Solo la metà sono prestazioni di vecchiaia, le altre sono anticipate. Rilevante quelle liquidate con i requisiti di quota 100.

I dati sulle sono stati diffusi dall’Inps nell’Osservatorio sulle pensioni. Le elaborazioni statistiche evidenziano un aumento del 8,4% rispetto alle 165.327 pensioni statali liquidate nel 2019, condizionate soprattutto dall’accesso al collocamento a riposo con quota 100.

Pensioni statali in aumento del 8,4%

Già nel 2019, anno di partenza di quota 100, c’era stato un incremento delle pensioni statali del 10% sull’anno prima. Al 1 gennaio 2021 il numero totale delle pensioni dei dipendenti pubblici ammonta a 3.029.451, in aumento del 1,3% rispetto all’anno precedente.

L’importo complessivo annuo delle pensioni è di 76.750 milioni di euro – si legge nel report Inps – con incremento del 2,2% rispetto al 2020 (75.131 milioni di euro). Il che corrisponde a importi medi mensili di 1.997 euro, in leggero calo del 3,5% sul 2019.

Le ripartizioni per cassa

E veniamo ai dettagli sulle ripartizioni per cassa. Il 58,6% delle pensioni statali è erogato dalla Cassa Trattamenti Pensionistici Statali (CTPS). A seguire la Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali (CPDEL) con il 38%. Le altre casse rappresentano complessivamente il 3,4% del totale.

Con riferimento all’importo complessivo annuo, risulta che il 61,1% è a carico della CTPS (2.032,36 euro), il 31,8% a carico della CPDEL (1.631,73 euro) e il rimanente 7,1% è erogato dalle altre casse, con importi che variano da 1.471,39 euro mensili per la Cassa Pensioni Insegnanti (CPI), a 1.622,03 per la Cassa Pensioni Ufficiali Giudiziari (CPUG) e infine a 4.634 euro mensili per la Cassa Pensioni Sanitari (CPS).

Dati per categoria e sesso

Il 59,2% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato alle donne, mentre il 40,8% erogato agli uomini.

Quindi sono più le donne in pensione rispetto agli uomini.

Le pensioni ai superstiti rappresentano il 23,8% del totale come numero e il 14,8% come importo. Le pensioni statali di vecchiaia il 18,7% come numero e il 20,9% come importo. Infine quelle di inabilità sono di poco superiori al 2% sia nel numero sia nell’importo.

Pensioni statali per area geografica

La maggior parte delle pensioni statali è erogata nel Nord del Paese. I dati elaborati dall’Osservatorio Inps mettono in evidenza che il maggior numero delle prestazioni è concentrato nell’area settentrionale della penisola. Qui vi è il 40,7% del totale nazionale, seguito dall’area meridionale e isole con il 36,4% e dall’Italia centrale con il 22,6% del totale.

Età, categoria e importo

L’età media  dei titolari di pensioni di vecchiaia e anticipate è di 73,2 anni per gli uomini e di 73,3 per le donne. L’età media dei titolari di pensione di inabilità si discosta di oltre quattro anni tra i due sessi (69,4 per gli uomini e 73,5 per le donne). L’età media della categoria ai superstiti è la più differenziata tra i due sessi, essendo pari a 71,3 anni per gli uomini e a 78 anni per le donne.

Per quanto riguarda gli importi erogati, il 15,4% delle pensioni pubbliche ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro. Il 46,3% è tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 28,7% rappresenta un importo tra 2.000 e 2.999,99. In ultimo, il 9,6% ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

L’angolo dei certificati

BTp Futura 2030, com'è andata quest'anno?
Articolo precedente

BTp Futura 2030, rendimento del 4% in appena 10 mesi: e il ‘premio’ raddoppia

Sugar tax: definite le regole
Articolo seguente

Sugar tax: definite le regole