Pensionati italiani all’estero sotto pressione: ecco cosa è cambiato davvero

La Legge di Bilancio 2025 ha previsto importanti novità per i pensionati italiani all’estero, con effetti diretti su molti assegni INPS.
4 settimane fa
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Foto © Pixabay

La Legge di Bilancio 2025, come noto, ha introdotto importanti cambiamenti che coinvolgono i pensionati italiani residenti all’estero. In particolare per quanto riguarda la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici e l’integrazione al minimo per le pensioni in convenzione internazionale.

Queste modifiche rappresentano una svolta nelle modalità con cui l’INPS gestisce gli assegni previdenziali destinati a chi ha scelto di vivere fuori dai confini nazionali.

Pensione italiani all’estero: per alcuni la sospensione della rivalutazione

Una delle novità principali contenute nella manovra finanziaria per il 2025 riguarda la sospensione, in via eccezionale, della rivalutazione automatica annuale delle pensioni residenti all’estero per coloro che percepiscono importi mensili superiori al trattamento minimo.

In concreto, nel 2025, l’indicizzazione al costo della vita — fissata per quest’anno allo 0,8% — sarà garantita integralmente soltanto a chi percepisce un assegno mensile inferiore a 598,61 euro, valore corrispondente alla soglia minima stabilita dalla normativa vigente.

Per chi percepisce un importo leggermente superiore a tale cifra, l’INPS potrà applicare una rivalutazione parziale, sufficiente ad allineare l’assegno al tetto massimo rivalutato, pari a 603,40 euro (ossia il minimo mensile maggiorato dello 0,8%).

Al contrario, per tutti coloro che ricevono pensioni di importo superiore a 603,40 euro mensili, non è previsto alcun adeguamento per l’anno in corso. Si tratta di una sospensione temporanea, che però potrebbe incidere in modo significativo sul potere d’acquisto dei beneficiari, soprattutto in un contesto di inflazione anche moderata.

Pensioni in regime di convenzione internazionale: addio integrazione al minimo

Un secondo intervento normativo di rilievo riguarda le pensioni liquidate in regime di convenzione internazionale, ovvero quelle pensioni frutto del cumulo di contributi versati sia in Italia sia in uno o più Paesi esteri con cui esiste un accordo previdenziale bilaterale o multilaterale.

A partire dal 2025, l’integrazione al trattamento minimo verrà sospesa nel momento in cui il titolare dell’assegno compie l’età pensionabile prevista nel Paese estero coinvolto nella convenzione. Si tratta di una misura che tocca un’ampia platea di pensionati italiani all’estero, specialmente quelli che hanno costruito il proprio diritto alla pensione attraverso carriere lavorative transnazionali.

L’INPS invierà una comunicazione ufficiale a ciascun destinatario della misura, richiedendo una dichiarazione dettagliata sulla situazione pensionistica estera. La mancata risposta o l’assenza di documentazione valida potrebbe comportare la sospensione definitiva dell’integrazione.

Le età pensionabili nei principali Paesi convenzionati

La misura di cui al precedente paragrafo riguarda direttamente i pensionati residenti in Paesi che hanno stipulato accordi con l’Italia in materia di sicurezza sociale. Di seguito, alcune delle età pensionabili previste nei principali Stati:

  • Argentina: 65 anni per gli uomini, 60 anni per le donne;
  • Canada: 65 anni per entrambi i sessi;
  • USA: 66 anni e 2 mesi, sia per uomini che per donne;
  • Belgio, Spagna e Lussemburgo: 65 anni sia per uomini che per donne.

Il raggiungimento di queste soglie anagrafiche farà scattare automaticamente la verifica dell’INPS per eventuali trattamenti esteri percepiti, che potrebbero incidere sul diritto all’integrazione al minimo in Italia.

Implicazioni pratiche per i pensionati italiani all’estero

Le due misure introdotte generano un impatto concreto sul bilancio di numerosi pensionati italiani che vivono fuori dal territorio nazionale. Da un lato, la mancata rivalutazione degli assegni superiori al minimo comporta una riduzione reale del potere d’acquisto, sebbene limitata allo 0,8%. Dall’altro, la sospensione dell’integrazione per chi riceve trattamenti in convenzione internazionale implica una verifica più stringente della posizione pensionistica complessiva.

Queste novità potrebbero rappresentare anche un primo passo verso una riformulazione più ampia delle regole previdenziali applicate ai residenti all’estero, con l’obiettivo di garantire maggiore equità tra chi vive in Italia e chi ha trasferito la propria residenza fuori dal Paese.

Un segnale politico ed economico

Dietro questi interventi si intravedono esigenze di razionalizzazione della spesa pubblica e di controllo dei conti dell’INPS. Tuttavia, le nuove disposizioni rischiano di alimentare preoccupazioni e disagi tra i pensionati italiani all’estero, che spesso vivono in Paesi con un costo della vita elevato e che fanno affidamento su ogni adeguamento dell’assegno per mantenere una vita dignitosa.

Non si può trascurare che molti di questi pensionati hanno trascorso una parte significativa della loro carriera lavorativa in Italia, contribuendo al sistema previdenziale nazionale. Per questo motivo, qualsiasi intervento che impatti il loro reddito dev’essere attentamente valutato non solo dal punto di vista finanziario, ma anche in termini di equità sociale.

Riassumendo

  • Sospesa la rivalutazione 2025 per pensioni INPS superiori al trattamento minimo.
  • Rivalutazione parziale solo per assegni leggermente sopra i 598,61 euro mensili.
  • Nessun aumento per pensioni oltre i 603,40 euro mensili nel 2025.
  • Stop all’integrazione al minimo per pensioni in convenzione internazionale.
  • Sospensione scatta al raggiungimento dell’età pensionabile nel Paese estero.
  • Pensionati all’estero devono comunicare la pensione ricevuta fuori dall’Italia.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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