OPS Monte Paschi su Mediobanca, cosa cambia dopo il sì all’aumento di capitale

I soci di Monte Paschi hanno approvato l'aumento di capitale a larga maggioranza, ecco cosa cambia per l'OPS su Mediobanca.
2 settimane fa
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Sì all'aumento di Monte Paschi per OPS su Mediobanca
Sì all'aumento di Monte Paschi per OPS su Mediobanca © Licenza Creative Commons

Come da previsioni, i soci di Monte Paschi di Siena hanno approvato a larga maggioranza l’aumento di capitale finalizzato all’implementazione dell’Offerta Pubblica di Scambio sulle azioni Mediobanca. Ad essersi presentato in assemblea è stato il 73,6% del capitale e ad avere votato a favore della proposta è stato l’86,48%, in possesso del 63,65% del capitale complessivo. Tra i sì spiccano quelli di Tesoro (11,73%), Delfin (9,86%), Francesco Gaetano Caltagirone (9,96%), Banco BPM (5%), Anima (3,99%) e Norges Bank (2,6%). I fondi nordamericani hanno quasi del tutto votato contro. Si richiedeva un sì di tanti soci in rappresentanza di almeno i due terzi del capitale (66,7%), trattandosi di un’operazione straordinaria.

OPS su Mediobanca, condizioni

L’aumento di capitale per Monte Paschi si è reso necessario dopo il lancio dell’OPS all’inizio dell’anno. Essa contempla l’emissione di 2,3 nuove azioni per ogni 1 azione Mediobanca portata in adesione. Ieri, prima dell’esito dell’assemblea straordinaria a Piazza Affari le azioni Mediobanca quotavano a 2,39 volte le azioni Monte Paschi, segnalando uno sconto del 4% dell’offerta proposta da Siena rispetto ai prezzi di mercato. In altre parole, gli investitori chiedono un po’ di più per cedere il titolo.

Affinché l’OPS rivolta al 100% del capitale Mediobanca sia valida, dovrà attirare adesioni da parte di almeno i due terzi del capitale con diritto di voto. Questo sta scritto nel prospetto informativo inviato da Rocca Salimbeni alla Consob. Non sarà certamente facile arrivare all’agognata soglia. Tuttavia, tra i principali azionisti di Piazzetta Cuccia troviamo niente meno che la stessa Delfin della famiglia Del Vecchio con una quota del 19,81%, Caltagirone con il 7,66%, oltre a BlackRock con il 4,23% e Mediolanum con il 3,49%.

A seguire ci sono la famiglia Benetton con il 2,235%, Unipol Assicurazioni con il 2,083%, ecc.

Caltagirone/Del Vecchio alla conquista di Generali

Caltagirone e Delfin certamente aderiranno. Dunque, l’OPS parte da una base solida, per quanto insufficiente, del 27,47%. Questi saranno anche i soci forti dell’aggregato MPS/Mediobanca post-OPS. In pratica, guideranno il famoso terzo polo bancario insieme presumibilmente a Banco BPM/Anima, che a loro volta hanno dato l’assenso all’operazione. Ma Unicredit, che ha lanciato nei mesi scorsi un’OPS su Piazza Meda, non sembra interessata a far parte di questo schema. Scopriremo di più tra meno di una settimana, quando si terrà l’assemblea di Generali e in quella sede verificheremo a favore di quale delle tre liste in gara voterà Andrea Orcel.

Dopo aumento Monte Paschi, Unicredit al bivio

L’obiettivo finale di Delfin e Caltagirone, con la benedizione del governo Meloni, resta proprio la compagnia di Trieste, controllata da Mediobanca con il 13,10%. Se riusciranno dopo l’aumento di Monte Paschi a prendersi Piazzetta Cuccia, espugnando dalla guida Alberto Nagel, diverranno i nuovi padroni del sistema finanziario tricolore. Di certo c’è che all’assemblea di giovedì 24 i giochi non saranno neanche entrati nel vivo per la conquista di Mediobanca e, quindi, di Generali.

L’OPS sull’istituto prenderà il via solo dal 29 aprile e ci vorranno giorni prima di capire quanti avranno aderito. Orcel non può rischiare di fare la mossa sbagliata, schierandosi con il perdente. Appoggiare l’uscente Philippe Donnet per scoprire di avere contro il futuro azionista di controllo (e il governo) o al contrario detronizzare con il proprio voto il CEO in carica per apprendere a posteriori che l’assalto su Generali è fallito, sarebbe un pessimo affare in termini relazionali.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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