Al prossimo board di maggio, la Federal Reserve è probabile che continui ad alzare i tassi d’interesse per un altro quarto di punto percentuale. Ed è altrettanto probabile che lo faccia per l’ultima volta, dato che appare sempre più scontata la fine della stretta monetaria. I tassi FED salirebbero così a un massimo del 5,25%, il livello più alto dal 2007. L’aspetto più interessante di questa previsione da parte del mercato consiste nel fatto che il governatore Jerome Powell inizierebbe a tagliare i tassi a distanza di pochissimi mesi dopo averli alzati un’ultima volta.

In effetti, se monitoriamo i contratti futures di CME Group, troviamo che per la fine di quest’anno i tassi FED sono attesi nel range 4,25-4,50%, cioè a mezzo punto percentuale sotto i livelli attuali e a tre quarti di punto in meno rispetto al massimo atteso per inizio maggio.

In altre parole, la FED taglierebbe i tassi d’interesse per 3 volte dello 0,25% ciascuna nella seconda parte dell’anno. E lo suggerisce lo stesso andamento del mercato obbligazionario. I rendimenti dei T-bond a 2 anni venerdì scorso erano scesi sotto il 3,85%, un dato che si confronta con tassi FED medi del 4,83%. Ciò significa che la curva dei rendimenti sia indietro di 100 punti percentuali secchi, mentre era avanti di pochi punti fino a un mese fa. E questo implica che il mercato oggi sconti un costo del denaro più basso da qui al medio termine, quando fino a poche settimane fa, prima della crisi bancaria, lo scontava sostanzialmente in linea con i tassi fissati dalla FED.

Taglio tassi FED, segnali dal mercato

Per trovare una distanza così forte, dovremmo tornare indietro di 16 anni, cioè al 2007. E quella data ci rievoca il brutto ricordo della drammatica recessione globale che arrivò pochi mesi dopo e che si tramutò in una crisi finanziaria devastante con il crac di Lehman Brothers.

Certo, nulla a che vedere con la situazione del 1981, quando i tassi FED arrivarono ad essere del 5% più alti dei rendimenti a 2 anni. Ma i livelli erano notevolmente più alti di quelli odierni. Infine, la curva delle scadenze negli Stati Uniti resta profondamente invertita, pur meno delle settimane scorse: il rendimento a 10 anni è di mezzo punto minore del rendimento a 2 anni. Anche questo segnala una possibile recessione alle porte per l’economia americana, con annesso taglio dei tassi FED.

Se diamo un’occhiata alle aspettative d’inflazione a 5 anni, risultano in calo dell’1,30% dall’apice di un anno fa. La differenza tra i T-bond quinquennali con cedola fissa e i TIPS a 5 anni con cedola agganciata all’inflazione rileva un’attesa di crescita dei prezzi al consumo negli Stati Uniti in media del 2,30% all’anno entro i prossimi cinque anni. Il target della FED è del 2%, per cui non siamo più molto al di sopra di esso. Anche questo sarebbe un segnale che va nella direzione di farci prevedere un taglio dei tassi FED non lontano.

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