Buoni risultati per il Tesoro, che ha raccolto oggi altri 8,5 miliardi di euro con l’emissione in asta di due BoT annuali, sebbene una tranche abbia ormai durata residua di 4 mesi. Nel dettaglio, è stata emessa la prima tranche dei titoli di stato con scadenza 12 aprile 2024 (ISIN: IT0005542516) per l’importo di 6,5 miliardi. Le richieste sono state pari a 9,12 miliardi. Il rendimento esitato è stato del 3,39%, in discesa dal 3,613% spuntato all’asta di marzo, sulla base di un prezzo di aggiudicazione di 96,686 centesimi.

Questo bond sarà negoziato sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana a partire da venerdì 14.

Altri due miliardi sono stati incassati con l’emissione della terza tranche del BoT con scadenza 14 agosto 2023 (ISIN: IT0005505075). Questi titoli hanno ricevuto richieste per 3,82 miliardi ed esitato un prezzo di aggiudicazione di 98,951 centesimi, corrispondente a un rendimento lordo del 3,127%. Sul MoT, si acquistavano nelle stesse ore a un prezzo sostanzialmente simile.

Risultati asta BoT, tassi BCE vicini a picco

Il calo del rendimento è da attribuire alla revisione delle previsioni del mercato sul futuro andamento dei tassi d’interesse. La Banca Centrale Europea (BCE) sarebbe prossima alla cessazione della stretta monetaria, sebbene l’inflazione nell’Area Euro resti nettamente sopra il target del 2%. Tuttavia, ci stiamo avvicinando a quella soglia del 4% a cui analisti e investitori guardano come picco per i tassi di riferimento. A marzo, sono stati alzati al 3,50%.

I risultati di questa asta di BoT annuali segnalerebbero che i rendimenti dei titoli di stato nell’Area Euro potrebbero avere raggiunto il picco. Le brevi scadenze riflettono le condizioni monetarie, ragione per cui è probabile che nei prossimi mesi smettano di deprezzarsi per stabilizzarsi prima di tornare a salire nell’attesa che la BCE tagli nuovamente i tassi. Interessante notare come i BoT annuali emessi oggi stiano offrendo rendimenti a premio di appena una trentina di punti rispetto agli omologhi tedeschi.

Ciò vuol dire che lo spread sul tratto breve della curva resta abbastanza contenuto, sintomatico di un rischio sovrano percepito assai basso nel medio termine.

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