Intesa Sanpaolo è tornata a rifinanziarsi sui mercati con l’emissione nella giornata di ieri di un nuovo Green Bond Senior Non Preferred suddiviso in due tranche. L’importo offerto è stato di 2,25 miliardi di euro, a fronte del quale sono arrivati ordini per un totale di 5,3 miliardi. Nel dettaglio, la tranche a 5 anni con scadenza 8 marzo 2028 è stata di 1,5 miliardi. L’emittente potrà richiamarla dopo il quarto anno. Il rendimento esitato è stato di 170 punti base (1,70%) sopra il tasso “midswap”. La cedola del 5% lordo annuo.

Per quanto riguarda la seconda tranche, ha durata decennale e scadenza 8 marzo 2033. L’importo offerto è stato in questo caso di 750 milioni e il rendimento esitato è stato di 225 punti base (2,25%) sopra il tasso “midswap”. La cedola è del 5,625% lordo annuo.

Il nuovo Green Bond di Intesa Sanpaolo per la prima tranche ha attirato ordini da oltre 195 investitori per l’80% da investitori ESG e per l’85% da investitori stranieri. Il 25% delle prenotazioni è arrivato dalla Francia, il 19% da Regno Unito/Irlanda, il 13% da Germania/Austria, l’8% dalla Scandinavia, l’8% dal Benelux, l’8% dalla Spagna e il 3% dalla Svizzera. Con una quota del 76%, i Fund Managers hanno fatto la parte del leone, seguiti a lunga distanza dall’11% di Banks e Private Banks, dall’8% di Assicurazioni e Fondi Pensione e dal 4% degli Hedge Funds.

Green Bond, tranche a 10 anni piazzata al 94% all’estero

Per la tranche a 10 anni, il Green Bond ha attirato ordini da oltre 135 investitori, di cui il 73% Fund Managers, 11% Assicurazioni e Fondi Pensione, 9% Hedge Funds e 5% Banks e Private Banks. Quanto alla provenienza geografica, per il 39% da Regno Unito/Irlanda, 21% da Germania/Austria, 13% da Francia, 6% dalla stessa Italia, 6% da Spagna, 5% da Svizzera, 5% da Scandinavia e 2% da Benelux.

Oltre alla stessa Intesa Sanpaolo, si sono occupate dell’operazione in qualità di joint book runner BBVA, BNP Paribas, Bank of America, Citi, Commerzbank, Morgan Stanley e UBS.

Il Green Bond offre per entrambe le tranche cedole interessanti. Al netto dell’imposizione fiscale, scendono rispettivamente al 3,70% e al 4,1625%. Considerate che i titoli di stato italiani rendono attualmente in area 3,90% per la scadenza a 5 anni e al 4,45% per quella a 10 anni. Tuttavia, a parte che bisogna considerare il minore rischio teorico, anche la tassazione è più leggera, al 12,50% contro il 26% applicato alle obbligazioni private.

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