In data 30 agosto, Intesa Sanpaolo ha collocato sul mercato un nuovo green bond senior non preferred per l’importo di 1 miliardo di euro. L’obbligazione ha durata di 5 anni, scadenza 6 settembre 2027, e cedola 4,75%. Rispetto alle stime iniziali, l’emissione è avvenuta a un rendimento inferiore. Si era ipotizzato uno spread di 270/275 punti base sul tasso “mid swap”, poi rivisto a 250 punti. Gli ordini arrivati da oltre 200 investitori hanno ammontato a 2,3 miliardi. Il titolo ha rating attesi BBB-/BBB-/BBB/Baa3 da S&P, Fitch, DBRS e Moody’s.

Intesa Sanpaolo era stata la prima banca italiana ad emettere un green bond nel 2017. L’ultima emissione di questo tipo risale, invece, al 2021. Lo scorso anno, l’istituto di Carlo Messina emise un’obbligazione verde da 1,25 miliardi di euro e della durata di 7 anni. In quel caso, lo spread fu di appena 93 punti base sopra il “mid swap”.

Ne consegue che il nuovo green bond Intesa Sanpaolo si sia rilevato relativamente più costoso che in passato. D’altronde è risalito da mesi anche lo spread tra BTp e Bund e le condizioni monetarie nell’Eurozona sono diventate molto meno generose. Il rischio di credito è giudicato teoricamente medio-basso.

Bond Intesa, peculiarità dell’emissione green senior non preferred

Abbiamo scritto all’inizio dell’articolo che si tratti di un green bond “senior non preferred”. Cosa significa? Questa tipologia obbligazionaria nasce con l’approvazione della direttiva comunitaria sul “bail-in”. Essa si situa sopra le obbligazioni subordinate e sotto le obbligazioni senior sul piano dell’eleggibilità ai fini patrimoniali. Praticamente, comporta l’assunzione di qualche rischio in più rispetto alle obbligazioni ordinarie, in meno rispetto alle subordinate.

Possiamo ben affermare che il green bond Intesa sia molto allettante per rendimento. Considerate che il BTp a 5 anni offre attualmente un rendimento netto in area 2,60-2,65%. In questo caso, porteremmo a casa un buon 3,50% abbondante.

Certo, parliamo di due asset tra loro differenti. Ad esempio, non va sottovalutato il rischio di liquidità che si corre nell’inserire in portafoglio obbligazioni bancarie, tipicamente poco liquide, specie se diverse dalle senior.

Il fatto che sia anche un green bond aggiunge una peculiarità in più. Trattasi di un mercato giovane e già in fortissima espansione, oggetto di acquisti da parte della cosiddetta finanza sostenibile. Tuttavia, anch’esso si mostra in sofferenza quest’anno. L’apposito indice di S&P segna un -20%. Una timida ripresa si era registrata nel mese di luglio, ma è stata seguita da un nuovo ripiegamento.

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