Una notizia buona e una meno buona per la società Inter. Mentre sul terreno di gioco ieri sera l’Inter è stata sconfitta per 1 a 0 dal Milan nella gara di accesso alla semifinale di Coppa Italia, l’emissione del bond Inter ha fatto segnare il tutto esaurito. L’operazione, che ha visto Goldman Sachs agire in qualità di bookrunner e UBI Banca in qualità di co-manager, ha visto l’adesione di alcuni investitori istituzionali di tutto rispetto. A sottoscrivere il bond Inter scadenza 2022 e tasso di interesse 4,875%, sono stati colossi del calibro di Norges Bank e Blackrock fino ad arrivare ad istituzionali più piccoli come Ver Capital.

In tutto i fondi italiani ed esteri che hanno sottoscritto l’emissione sono stati circa una trentina.

La prima vendita sul mercato di un bond da parte della società nerazzurra si è chiusa nel migliore dei modi. Ma non è solo questo l’unico record dell’emissione obbligazionaria dell’Inter. Quello collocato nei giorni scorsi, infatti, è stato il secondo bond emesso da una squadra di calcio a livello europeo. Il precedente è rappresentato dall’emissione obbligazionaria con la quale il Manchester United è riuscito a risolvere i problemi debitori nel 2010.

Per quello che riguarda il risultato del collocamento del bond Inter, l’offerta ha raccolto manifestazioni di interesse doppie rispetto alla richiesta. Non è però questo l’aspetto più interessante dell’operazione. Secondo quanto affermato da Calcio & Finanza, Inter ha dovuto dare precise garanzie ai sottoscrittori. Tali garanzie risulterebbero in una serie di documenti ufficiali del club nerazzurro datati 19 dicembre 2017. Di seguito le garanzie fornite ai sottoscrittori:

  • Pegno di primo grado sulle azioni di Inter Media and Communication da costituirsi da parte di FC Internazionale Milano e Inter Brand;
  • Pegno sui diritti di proprietà industriale di titolarità della stessa Inter Media and Communciation, tra cui il marchio Inter e FC Internazionale Milano, nelle sue varie declinazioni;
  • Taluni crediti di titolarità di Inter Media and Communication e della capogruppo FC Internazionale Milano derivanti, tra l’altro, da taluni contratti infragruppo, contratti di licenza, finanziamenti infragruppo, playing and staging agreement, nonché dei crediti derivanti dal contratto di consolidato fiscale.
  • Taluni crediti di titolarità di Inter Media and Communication (cui fanno capo le attività di sponsorizzazione e gestione delle attività media del club nerazzurro) derivanti da taluni “sponsorship agreement” e “media contract” sottoscritti dalla stessa Inter Media and Communication.
  • Pegno di primo grado su taluni conti correnti bancari sui quali verranno di volta in volta corrisposti, tra gli altri, i proventi dei diritti UEFA derivanti dall’assegnazione alla stessa Inter Media and Communications da parte della stessa UEFA di taluni diritti televisivi di proprietà di FC Internazionale Milano.

Secondo il fund manager Fabrizio Vettosi, l’Inter “ha preso ben coscienza del controllo dei costi, forse frutto anche di una sensibilità e di cultura maggiormente internazionale del Gruppo di controllo (Suning). L’Inter ha, infatti, dato priorità strategica al cost cutting e dal punto di vista delle Capex è stata estremamente razionale, non comprando praticamente alcun calciatore e rigenerando le attuali risorse attraverso un azzeccato cambio alla guida dell’Area Tecnica. L’unica cosa che è stata fatta dal lato dei ricavi è stato un maggiore coinvolgimento (che spero non sia sterilizzato dall’Uefa ai fini del Fair Play Finanziario) del Gruppo Suning attraverso alcune iniziative di naming e sponsorizzazione“.