Venerdì 10 marzo il Ministero di economia e finanze collocherà in asta BoT annuali per 6,5 miliardi di euro. Data di godimento 14 marzo e scadenza 14 marzo 2024. L’emissione avviene con alcuni giorni di anticipo rispetto alla riunione del board della Banca Centrale Europea (BCE). Quasi certamente, l’istituto alzerà i tassi d’interesse di altri 50 punti base o 0,50%. I tassi di riferimento saliranno così al 3,50%. Il mercato crede che continueranno a salire nei prossimi mesi fin sopra il 4%. Queste aspettative favoriscono la lievitazione dei rendimenti dei BoT annuali in asta.

Sulla base della curva dei tassi in questi giorni, dovremmo attenderci un rendimento in area 3,65%. E poiché parliamo di titoli di stato senza cedola, il prezzo di aggiudicazione si attesterebbe sotto 96,50 centesimi.

Un rendimento di questo livello è di tutto rispetto, pur in una fase di alta inflazione come questa. Per chi avesse come alternativa restare liquidi o tenere il denaro su un conto deposito, senz’altro i BoT annuali possono rappresentare una buona opportunità d’investimento nel breve termine. Non è detto, comunque, che i rendimenti a breve abbiano raggiunto l’apice. Anzi, può benissimo accadere che continuino a salire fin sopra la soglia del 4%, adeguandosi alle condizioni monetarie sempre più restrittive.

L’aspetto interessante nell’impiegare la liquidità sui BoT annuali consiste nella possibilità all’occorrenza di disinvestire prima della scadenza con perdite limitate o nulle o persino con un minimo guadagno. E questa potrebbe essere una necessità nel caso in cui si volessero cogliere opportunità più ghiotte sul tratto medio-lungo della curva. Con il rialzo dei tassi in corso, i rendimenti salgono e i prezzi scendono. Quando la stretta cesserà e il mercato inizierà a scontare il taglio dei tassi, accadrà il contrario. A quel punto, ne beneficeranno principalmente le scadenze più lunghe per via della loro elevata “duration”.

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