Sta per cambiare tutto per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza. E per qualcuno non è ffatto una bella notizia. “Siamo in chiusura, nelle prossime settimane avremo la presentazione del decreto”. A parlare al termine di un evento di Fondimpresa è la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, che conferma come il governo Meloni sia pronto a sostituire il reddito di cittadinanza con la Mia (Misura di inclusione attiva), la nuova forma di sostegno studiata dall’esecutivo per voltare pagina dopo il reddito di cittadinanza.

Dopo svariati mesi di rinvii, ora sembra essere tutto pronto. Una notizia che non sarà presa affatto bene dalle centinaia di migliaia di persone che oggi percepiscono il reddito e che, dunque, perderanno l’aiuto economico.

Reddito di cittadinanza addio, ecco la Mia

La Mia andrà da subito ad abbassare la soglia massima Isee per ottenere l’aiuto: dagli attuali 9.360 euro si dovrebbe passare a 7.200 euro. La conseguenza diretta di ciò è la drastica riduzione della platea dei beneficiari. Non solo però, perché poi ci sarà anche la suddivisione dei nuclei familiari in occupabili e non occupabili. I secondi, ossia le famiglie non occupabili, hanno almeno una persona con disabilità o un over 60 e un minorenne. Le famiglie occupabili invece non presentano nessuno di questi tre profili. Non vi sono disabili e le persone che compongono il nucleo familiare hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni.

Se si considera un nucleo con una singola persona, le famiglie non occupabili riceveranno un importo pari a 500 euro al mese. Con un tetto massimo fissato a 1.100 euro per i nuclei familiari più numerosi. Le famiglie occupabili, invece, riceveranno lo stesso aiuto economico ma con una durata inferiore: 18 mesi al massimo, di cui 6 mesi per un eventuale rinnovo al termine del primo anno. C’è poi un altro aspetto da prendere in considerazione e riguarda quello dei single occupabili: per loro l’importo non sarà di 500 euro ma di 375 euro.

Il grande punto interrogativo sulla formazione

Rimane infine un grande punto interrogativo sulla formazione e le politiche attive che il governo ha pensato per dare un lavoro a quanti perderanno il beneficio del reddito di cittadinanza. Gli ultimi rumor in merito fanno riferimento alla possibile nascita di una piattaforma unica nazionale, ma ciò che preoccupa di più gli addetti ai lavori è che non vi sono novità al riguardo. Non un bel segnale, soprattutto se è vero che mancano ormai poche settimane prima che il reddito di cittadinanza vada in pensione.