Il rapporto tra figli desiderati e figli messi al mondo sta diventando imbarazzante. La crisi delle nascite nel nostro paese affonda le sue radici in diversi aspetti che si trasformano in vere e proprie motivazioni relative al perché ci siano pochi nuovi neonati in Italia. Le testimonianze di molteplici coppie sono esplicative in tal senso. Andiamo a vedere quindi perché nel nostro paese si sta registrando un massiccio calo della natalità.

Crisi delle nascite, perché non facciamo figli?

Abbiamo già accennato al rapporto tra bambini desiderati e figli effettivamente messi al mondo.

Per ogni due bimbi voluti ne nascono invece solo 1,25. È questa la media imbarazzante relativa al diritto di genitorialità in Italia. A quanto pare, si tratta di un diritto autocensurato, poiché leggendo e ascoltando le testimonianze di varie coppie, l’idea che ci facciamo è proprio quella di persone che decidono di rinunciare a un proprio sogno, in quanto non possono permetterselo. A dire il vero, abbiamo già trattato l’argomento sotto un’altra veste, quella relativa ai numeri e alle statistiche riguardanti il calo della natalità nel nostro paese. Dai dati emergeva che essenzialmente il motivo principale del problema era l’invecchiamento della popolazione femminile (età oltre la procreazione, ossia più di 49 anni).

Che questo fosse però una causa e non l’origine del problema, era da aspettarselo. A una più attenta analisi, infatti, ci accorgiamo che anche l’invecchiamento della popolazione femminile non è altro che un effetto della causa principale: la mancanza di fiducia nel futuro. Quali sono le ragioni che spingono le giovani coppie a invecchiare senza mettere al mondo il bimbo desiderato? Eccole elencate secondo quelle che sono state le testimonianze raccolte:

  • bonus e agevolazioni non sufficienti;
  • pochi asili nido;
  • bassa retribuzione;
  • totale assenza di lavoro o di prospettive lavorative solide;
  • affitti esorbitanti.

Un’unica grande ragione

Potremmo riassumere tutti questi punti in un unico vero grande motivo: l’assenza di un adeguato supporto economico.

A questi vanno aggiunte anche situazioni in cui le future madri e neo mamme si trovano a dover lottare per conservare il posto di lavoro durante la maternità, in quanto il datore di lavoro si trova di colpo a pagare un lavoratore assente, mentre dovrebbe essere lo stato ad assicurare il diritto della donna di stare a casa con la propria prole. Ecco: lo Stato. È lui il grande assente, il colpevole additato da tutti. Le coppie hanno rinunciato a fare figli, e chi già ne ha avuto uno ha deciso anzitempo che può bastare, poiché un secondo figlio li renderebbe poveri.

A questo va poi aggiunto il meccanismo perverso dell’ISEE, il quale fa sembrare ricche anche famiglie che in realtà sono semplicemente tra le poche fortunate che riescono ad abbinare senza troppi affanni il pranzo con la cena. Abbiamo parlato dei problemi delle donne madri al lavoro, ma c’è anche il caso opposto, l’altra faccia della medaglia. Quella che vede in caso di separazione le donne tutelate in tutto, mentre i padri finiscono in mezzo a una strada. Ed è anche per questo motivo che molti uomini hanno deciso di rinunciare a fare figli.

Il nuovo Governo ha particolarmente a cuore il concetto di famiglia. Tanto che è stata aggiunta una nuova Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella. Ma non sarà facile sbrogliare i fili di una matassa così ingarbugliata, la quale palesa non solo le carenze dello Stato da un punto di vista economico, ma anche sociale, con contraddizioni che sembrano ormai irrisolvibili e che ci lasciano con la stessa sensazione che stanno provando i nostri giovani e potenziali genitori: sfiduciati.