Si è spento Papa Francesco I, al secolo Jorge Mario Bergoglio, 266° Pontefice della Chiesa cattolica e primo nella storia proveniente dal continente americano. La notizia, confermata dalla Sala Stampa Vaticana, ha scosso la comunità cattolica e non solo, mettendo fine a un pontificato che ha lasciato un’impronta profonda sulla vita ecclesiale e sulla percezione mondiale della Chiesa.
Un pontefice “venuto dalla fine del mondo”
Papa Francesco era nato a Buenos Aires, in Argentina, il 17 dicembre 1936. Prima di entrare in seminario, si era diplomato come tecnico chimico e aveva svolto vari lavori. Entrò nella Compagnia di Gesù (i Gesuiti) negli anni ’50 e, da sacerdote e poi da vescovo, si distinse per il suo impegno a favore delle periferie e dei più deboli, dedicando gran parte del suo ministero all’assistenza dei poveri e alla ricerca di una Chiesa più vicina alla gente.
Nel 2013, dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio venne eletto Papa, scegliendo il nome Francesco in onore di San Francesco d’Assisi, simbolo di umiltà e rinnovamento. Una scelta che anticipava già lo stile e l’impronta che avrebbe caratterizzato il suo pontificato.
I principali cambiamenti durante il suo pontificato
Il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per numerose riforme e per un’attenzione particolare a tematiche sociali e ambientali. Tra gli aspetti più rilevanti:
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Riforma della Curia: la struttura amministrativa della Santa Sede è stata più volte riorganizzata per favorire la trasparenza e combattere la corruzione. Venne istituito un Consiglio di cardinali (il cosiddetto “C9”, poi rinnovato in vari momenti) per supportare il Papa nelle decisioni di governo della Chiesa universale.
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Impegno per i poveri e gli emarginati: Papa Francesco ha portato avanti con costanza il messaggio di una “Chiesa in uscita”, chiamata a stare accanto alle persone più fragili. Con un linguaggio immediato, ha spesso condannato le ingiustizie sociali e ha invitato i credenti all’umiltà e alla solidarietà.
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Tutela dell’ambiente: la Laudato si’, l’enciclica pubblicata nel 2015, ha sottolineato l’urgenza di prendersi cura del Creato. Per la prima volta, un Papa ha posto con tanta forza la questione ambientale come parte integrante dell’impegno cristiano e umano.
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Centralità della Misericordia: attraverso il Giubileo Straordinario della Misericordia (2015-2016) e molteplici iniziative, Francesco ha invitato la Chiesa a focalizzarsi sul perdono, sulla compassione e sulla riconciliazione.
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Riforma economica e trasparenza finanziaria: sotto il suo pontificato si sono compiuti passi significativi per rendere più trasparenti i bilanci vaticani. Ciò con la creazione di nuovi organismi di controllo per l’Istituto per le Opere di Religione (IOR), la “banca vaticana”.
Il rapporto con Papa Benedetto XVI
Uno degli aspetti inediti del pontificato di Francesco è stato il rapporto col suo predecessore, Papa Benedetto XVI, primo Pontefice emerito dell’era moderna. Pur provenendo da sensibilità diverse – Joseph Ratzinger, teologo tedesco di formazione accademica, e Jorge Mario Bergoglio, gesuita argentino dalla spiccata impronta pastorale – i due Papi hanno mostrato al mondo la possibilità di una convivenza armoniosa nel rispetto dei rispettivi ruoli.
Benedetto XVI ha vissuto in Vaticano fino alla sua morte (31 dicembre 2022), e Papa Francesco ha sempre espresso profonda stima per il predecessore. Ringraziandolo per la sua umiltà e per l’esempio di “servizio nella preghiera”. Questa vicinanza ha contribuito a stabilire una sorta di “diarchia” amichevole. Sebbene Papa Francesco fosse l’unico a esercitare l’autorità papale, la figura di Benedetto XVI continuava a rappresentare un punto di riferimento intellettuale e spirituale. I due si incontrarono ripetutamente, soprattutto in occasione di momenti significativi per la Chiesa.
L’eredità di Francesco
Con la scomparsa di Papa Francesco, si chiude una pagina importante della storia della Chiesa cattolica. Il suo pontificato sarà ricordato per l’accento posto sulla necessità di aprire la Chiesa alle “periferie esistenziali” e geografiche. E per la volontà di rompere i formalismi per mettere al centro l’incontro personale e la vicinanza concreta.
L’attenzione ai poveri, la denuncia contro l’“economia dello scarto” e il richiamo ai principi di giustizia sociale e cura del Creato saranno probabilmente i tratti più duraturi del suo lascito spirituale e pastorale. Con il suo stile informale, la sua semplicità nel linguaggio e i forti gesti simbolici (come la scelta di vivere a Casa Santa Marta invece che nell’Appartamento Pontificio), Francesco ha mostrato un modo diverso di “essere Papa”, lasciando un segno che difficilmente sarà dimenticato.
Ora, la Chiesa cattolica si prepara al Conclave che dovrà eleggere un nuovo Pontefice. I fedeli di tutto il mondo si stringono in preghiera, ricordando le parole di Francesco sull’importanza di costruire ponti tra le genti. E di cercare il dialogo e la comprensione reciproca, secondo il Vangelo e l’esempio di Cristo.
Come disse egli stesso in uno dei suoi discorsi più celebri: “Dio non si stanca mai di perdonarci, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono.” Un invito che risuona oggi più che mai. Accogliere l’eredità di Papa Francesco vuol dire proseguire nella via della misericordia, della giustizia e della fraternità universale.