Si terrà domani a Francoforte il terzo board dell’anno della Banca Centrale Europea (BCE), che quasi certamente esiterà il settimo taglio dei tassi di interesse. Se fino a poche settimane fa c’era stata cautela da parte dell’istituto, che immaginava una pausa per aprile, i dazi americani hanno rimescolato le carte. I dati macroeconomici stessi vanno nella direzione di sostenere l’ulteriore allentamento monetario. L’inflazione nell’Eurozona continua a scendere e a convergere al target del 2%. E cosa non meno importante, il cambio euro-dollaro è risalito fino a 1,14, ai massimi da oltre 3 anni. Infine, l’economia dell’area resta debole e può contrarsi nel caso di una “guerra commerciale” con gli USA o di una congiuntura internazionale negativa.
Frammentazione monetaria bassa nell’Eurozona
Non è più questione di se, bensì di quanto i tassi BCE saranno tagliati. Finora il ritmo è stato dello 0,25%. Pertanto, il board dovrebbe comunicare che sui depositi bancari i tassi scenderanno dal 2,50% al 2,25%. Tutto pienamente scontato dal mercato. Ma le aspettative tra gli investitori stanno diventando più spinte. Adesso, l’attesa è per ulteriori 3 tagli entro la fine dell’anno, quando il costo del denaro scenderebbe all’1,90% (1,75% sui depositi bancari).
E se domani la BCE ci stupisse sui tassi con un maxi-taglio dello 0,50%? L’ipotesi non appare molto probabile, date le note resistenze di “falchi” come la Bundestag. Tuttavia, alla luce degli ultimi avvenimenti in campo internazionale potrebbe non essere così remota. Servirebbe da stimolo all’economia in una fase di grande incertezza e, soprattutto, a minimizzare la frammentazione monetaria nell’area. Questa è relativamente bassa, come segnalano gli spread. C’è il rischio che possa montare nel caso di tensioni commerciali con gli USA.
Ma la vera scommessa sarebbe di assecondare l’umore positivo degli investitori verso l’euro, segnalando loro l’azzeramento di fatto dei rischi sovrani e il sostegno alle manovre di bilancio dei governi attorno al riarmo.
Taglio tassi BCE, Lagarde può osare
Un maxi-taglio dei tassi BCE comprimerebbe ulteriormente gli spread, incentivando l’afflusso dei capitali da Oltreoceano. Un paradosso, dato che l’abbassamento del costo del denaro tenderebbe in una situazione ordinaria ad allontanare i capitali. Questa è una fase particolare, in cui l’euro sta ritrovando quella fiducia dei mercati che gli mancava da tanti anni. C’è voglia di un’alternativa al dollaro e per questo Christine Lagarde potrebbe spingersi anche oltre l’ordinaria mossa già prezzata dai mercati. Probabile che deciderà insieme al resto del board di rinviare alla prossima riunione eventuali interventi più drastici. Fatto sta che può permettersi di osare. E non è poco.