La Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024), ha introdotto significative novità in ambito fiscale, in particolare per quanto riguarda le agevolazioni concesse alle famiglie italiane che sostengono spese legate all’istruzione dei figli. Uno degli aspetti più rilevanti è l’ampliamento del limite di detraibilità delle spese scolastiche, tra cui rientra anche la detrazione mensa scolastica, un beneficio che consente di recuperare una parte dei costi sostenuti per i servizi di refezione e assistenza scolastica.
Detrazione mensa scolastica: incremento del tetto di detraibilità
La modifica normativa ha interessato l’articolo 15, comma 1, lettera e-bis) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), innalzando da 800 euro a 1.000 euro per ciascun alunno l’importo massimo di spesa ammessa alla detrazione del 19%.
Questo cambiamento entrerà in vigore a partire dalla dichiarazione dei redditi dell’anno 2026, relativa al periodo d’imposta 2025. Si tratta di un intervento che punta ad alleggerire il carico fiscale delle famiglie, riconoscendo il valore sociale ed educativo delle spese sostenute per la frequenza scolastica.
Pertanto:
- Modello 730 2025 (anno d’imposta 2024) – spesa massima ammessa alla detrazione pari a 800 euro per figlio;
- Modello 730 2026 (anno d’imposta 2025) – spesa massima ammessa alla detrazione pari a 1.000 euro per figlio.
Spese detraibili: cosa comprende il beneficio
Rientrano nel perimetro delle spese detraibili quelle connesse alla frequenza di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e secondo grado. All’interno di questa categoria, un ruolo centrale è assunto dalla mensa scolastica, considerata a pieno titolo una spesa scolastica detraibile.
Oltre al servizio di refezione, è possibile portare in detrazione anche i costi per i servizi scolastici integrativi, come l’assistenza durante i pasti e le attività di accoglienza degli studenti organizzate prima dell’inizio delle lezioni o dopo il termine dell’orario scolastico standard (i cosiddetti servizi di pre e post scuola).
Queste prestazioni, se regolarmente documentate, possono concorrere alla formazione dell’importo detraibile.
Il ruolo del Comune e dei soggetti esterni
Un elemento significativo della normativa è il riconoscimento della detrazione mensa scolastica anche quando il servizio non è erogato direttamente dalla scuola, ma attraverso il Comune o soggetti terzi. Questo aspetto è stato chiarito in modo inequivocabile dalla Circolare sugli oneri detraibili (la n. 14/2023 dell’Agenzia delle Entrate), che ha ribadito la legittimità della detrazione anche in assenza di una deliberazione specifica da parte degli organi scolastici.
Infatti, i servizi di mensa e quelli integrativi sono considerati parte integrante dell’offerta formativa prevista dall’ordinamento scolastico italiano. La loro fruizione da parte degli studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado è dunque legittimata a prescindere dalle modalità organizzative adottate, purché vi sia un’effettiva documentazione della spesa sostenuta.
Documentazione necessaria per ottenere la detrazione mensa scolastica
Per poter beneficiare della detrazione mensa scolastica, è fondamentale conservare una documentazione idonea che attesti in modo chiaro le somme versate. Tra i documenti che possono essere richiesti in sede di dichiarazione dei redditi figurano:
- ricevute di pagamento rilasciate dal Comune o dall’ente gestore del servizio;
- estratti conto bancari o postali dai quali risulti il pagamento effettuato;
- atti o certificazioni rilasciate dall’istituto scolastico o dal soggetto che ha erogato il servizio.
È importante che tali documenti riportino con precisione i dati anagrafici dell’alunno, l’anno scolastico di riferimento e l’importo pagato per ciascun servizio. Solo in presenza di una documentazione completa e conforme sarà possibile usufruire del beneficio fiscale.
Finalità sociale ed educativa della misura
L’estensione della soglia di detraibilità rappresenta una misura non solo economica, ma anche sociale. Il riconoscimento della detrazione mensa scolastica sottolinea il ruolo fondamentale del servizio di refezione come strumento di inclusione, di supporto alla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e di promozione di corretti stili alimentari tra i più piccoli.
Inoltre, i servizi scolastici integrativi come il pre e post scuola si rivelano preziosi per garantire una maggiore flessibilità organizzativa alle famiglie, favorendo la partecipazione lavorativa di entrambi i genitori.
Implicazioni fiscali per le famiglie dell’aumento detrazione mensa scolastica
Con l’innalzamento del tetto massimo detraibile a 1.000 euro, le famiglie potranno beneficiare di un risparmio fiscale più consistente. Considerando che la detrazione prevista per le spese scolastiche è pari al 19% dell’importo sostenuto, il vantaggio economico può raggiungere fino a 190 euro per ciascun figlio iscritto a uno dei cicli di istruzione previsti.
Questo beneficio può diventare ancora più rilevante per i nuclei familiari con più figli in età scolare, che potranno cumulare le detrazioni fino al limite individuale previsto per ciascun alunno. L’unica condizione è che la spesa sia effettivamente sostenuta e tracciata attraverso strumenti di pagamento riconosciuti dalla normativa fiscale. Ad esempio, bonifico bancario o pagamento tramite carta.
Riassumendo
- Aumenta a 1.000 euro il limite detraibile per spese scolastiche annuali.
- La detrazione include mensa scolastica, assistenza pasti, pre e post scuola.
- Valida anche se il servizio è fornito da Comune o enti esterni.
- Necessaria documentazione completa: ricevute, estratti conto, certificazioni.
- Detrazione pari al 19% della spesa sostenuta, fino a 190 euro per figlio.
- Misura favorisce inclusione, conciliazione famiglia-lavoro e sostegno alle famiglie.