È proprio così, alla ribalta del mondo del lavoro ci sono loro, gli over 50. Non i giovani, non quelli che dovrebbero letteralmente aggredire ogni posto vacante, ma i cosiddetti senior. Il lavoro over 50 rappresenta al momento un trend in crescita, esploso con l’intervista al Corriere del Veneto di un 55nne che ha dichiarato di aver avuto ora diverse proposte di lavoro dopo che, negli anni passati, veniva sempre snobbato per via dell’età.

Un capovolgimento paradossale, che però ha una spiegazione logica.

Per i giovani libertà e qualità della vita contano più del lavoro

La causa scatenante questo fenomeno è da ricercare in un totale cambio di paradigma concettuale. Le priorità ora sono diverse. La nuova generazione, la generazione Z, al contrario dei millennials, non è cresciuta con il mito del lavoro e del sacrificio, anzi ha proprio visto in loro un motivo di scoramento e di depressione. Non dimentichiamo che molti dei neolaureati sono figli di chi in piena crisi nel 2008/2009 ha perso il lavoro, la casa, ha affrontato un divorzio; insomma hanno legato il lavoro alla cause dei propri problemi familiari.

Come dar loro torto. Di colpo il mito del posto fisso, tanto agognato dai genitori e dai nonni, figli a loro volta di un irripetibile boom economico, si è trasformato in un pericolo da evitare.

Perché dedicare la vita al sacrificio e al lavoro quando, per cause non mie, posso ritrovarmi di colpo senza niente? A questo punto tanto vale godersi la vita finché si è giovani e poi si vede. Tanto chissà se mai la si vedrà la pensione fra 30/40 anni.

Sono discorsi che possono apparire qualunquisti e superficiali, ma diciamoci la verità: se il lavoro nobilita l’uomo, allora deve anche concedergli la possibilità di assaporare quanto di buono ha da offrire la vita.

Così era fino agli anni ’90: stipendi adeguati al costo della vita, orari di ufficio che permettevano di avere una normale vita sociale e di occuparsi della famiglia, ritmi più blandi e sostenibili.

I giovani di oggi hanno visto i genitori uscire la mattina e rientrare la sera, stanchi e stressati, per poi fare fatica ad arrivare a fine mese.

A che pro?

Lavori online e propensione agli spostamenti: le vie di fuga della nuova generazione

Oggi per guadagnare il minimo sindacale, reddito di cittadinanza a parte, non è necessario sgobbare almeno 40 ore a settimana con stipendi da contratto part-time.

Le opportunità della rete sono tante, dalle più comode performance da influencer alle concrete possibilità di guadagno con lavori come ad esempio il copywriter.

La paga, almeno all’inizio, è sicuramente non esaltante, ma si lavora da casa, con orari personalizzati, senza capi e, soprattutto, senza obblighi.

Si può così viaggiare, e compensare la bassa retribuzione vivendo in luoghi del mondo bellissimi e dal basso costo della vita, come ad esempio Thailandia, Messico, Marocco, Indonesia.

Ed è così che il lavoro per over 50 diventa improvvisamente accessibile. Sono loro, spesso tuttofare, che si adattano, si adeguano, senza troppi fronzoli.

Molti hanno un passato da lavoratori stacanovisti, ritrovatisi poi per via di crisi o pandemia senza più occupazione. E adesso, sicuramente non si fanno sfuggire questa ghiotta opportunità per riprendere la cara vecchia abitudine del lavoro ordinario.