Gli scossoni geopolitici hanno sempre un enorme impatto sull’economia, ma non solo dei Paesi coinvolti nella bagarre. Le scosse si ripercuotono come un terremoto anche altrove e la sfida tra Usa e Cina non può che coinvolgere anche l’Italia. La tensione tra Stati Uniti e Cina non accenna a diminuire e ora le ripercussioni iniziano a farsi sentire anche nei portafogli degli investitori italiani. Le tensioni commerciali, le sanzioni reciproche e la stretta su alcuni settori strategici stanno creando un clima di incertezza che mette a rischio numerosi titoli, anche quotati nelle Borse europee. Ma quali sono le azioni più esposte alla crisi USA-Cina?
Perché la crisi USA-Cina fa tremare i mercati
A prima vista, il confronto tra Washington e Pechino potrebbe sembrare una questione lontana per gli investitori italiani.
Ma l’economia globale è fortemente interconnessa, e molte aziende europee – comprese quelle del listino italiano – dipendono in parte o totalmente da filiere produttive o mercati asiatici e americani. La crisi si gioca su più fronti:
- restrizioni sulle tecnologie strategiche, come i chip e l’intelligenza artificiale
- tensioni geopolitiche legate a Taiwan
- limitazioni agli investimenti in settori considerati sensibili
- dazi e controdazi su prodotti ad alto valore aggiunto
Tutto ciò crea un clima di incertezza e volatilità, e gli investitori iniziano a ridurre l’esposizione verso titoli considerati “a rischio geopolitico”.
Le azioni italiane più esposte alla crisi tra USA e Cina
Nel panorama italiano ci sono diverse aziende che, direttamente o indirettamente, risentono delle turbolenze internazionali. Alcuni nomi tornano spesso nei report degli analisti:
- STMicroelectronics: tra i titoli più colpiti in Borsa, ST è uno dei maggiori produttori di semiconduttori in Europa.
Ha clienti sia negli Stati Uniti che in Asia, e ogni movimento nei rapporti tra i due giganti impatta fortemente sulla domanda e sulle forniture. È tra le azioni più vulnerabili in caso di ulteriore escalation.
- Pirelli: fortemente presente sul mercato cinese e in parte controllata da un gruppo industriale cinese, Pirelli potrebbe subire danni sul piano commerciale e reputazionale. Anche l’accesso a nuove tecnologie potrebbe essere limitato dalle pressioni geopolitiche.
- Ferrari e Stellantis: pur non essendo direttamente nel mirino, entrambi i gruppi esportano in Cina e negli USA, due mercati strategici per le auto di lusso e di fascia media. Eventuali dazi o restrizioni commerciali potrebbero rallentare le vendite, specie in Cina.
- Tenaris: attiva nel settore dell’energia, Tenaris ha diversi interessi e commesse a livello globale. In caso di instabilità prolungata tra le due superpotenze, i flussi energetici e i piani industriali potrebbero subire contraccolpi.
Oltre alle singole aziende, anche gli ETF e i fondi che replicano indici asiatici o tecnologici sono particolarmente sensibili alla crisi. Chi ha quote in portafoglio farebbe bene a monitorare costantemente gli aggiornamenti geopolitici.
Cosa può fare l’investitore italiano per proteggersi
Il contesto attuale richiede prudenza. Gli esperti consigliano di:
- diversificare il portafoglio per ridurre la dipendenza da singoli settori o aree geografiche
- limitare l’esposizione ai titoli ciclici più sensibili alla domanda globale
- considerare asset difensivi come utilities o aziende legate ai beni essenziali
- monitorare costantemente le dichiarazioni dei governi e delle banche centrali
Alcuni analisti vedono nel contesto attuale anche opportunità di ingresso su titoli sottovalutati a causa dell’incertezza.
Tuttavia, si tratta di mosse per investitori esperti, disposti a tollerare un certo grado di volatilità.
I punti chiave
- La crisi tra USA e Cina sta colpendo anche i titoli azionari italiani più esposti al commercio globale.
- STMicroelectronics, Pirelli, Ferrari e Stellantis sono tra le azioni considerate più a rischio.
- Gli esperti consigliano diversificazione e attenzione ai settori difensivi per proteggere gli investimenti.