Germania, allarme Bundestag: Merz rischia di non diventare cancelliere

Friedrich Merz rischia di non diventare neanche cancelliere in Germania dopo avere venduto l'anima con la riforma sul freno al debito.
3 settimane fa
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Merz cancelliere? Non è più sicuro
Merz cancelliere? Non è più sicuro © Licenza Creative Commons

Seguendo la politica tedesca, sembra di trovarsi in Italia. E questo è un pessimo segnale per Friedrich Merz, che tra alcune settimane rischia di scoprire di non poter essere il nuovo cancelliere in Germania. Andiamo con ordine. Lo spilungone alto quasi 2 metri e già dirigente di BlackRock vince le elezioni federali del 23 febbraio scorso con appena il 28,5% dei consensi, il secondo peggiore risultato per l’Unione cristiano-democratica dal 1949. Non ha da solo i voti per governare e avvia subito le trattative con l’SPD, il Partito socialdemocratico del cancelliere uscente Olaf Scholz, che a sua volta con il 16,4% ottiene il peggior risultato dal 1887.

Conservatori in rivolta contro leader

Il leader conservatore spariglia le carte con la presentazione alla fine di febbraio di un piano per aumentare il debito di 1.000 miliardi di euro, al fine di finanziare il riarmo tedesco e gli investimenti in infrastrutture. Per approvarlo serve la riforma della Costituzione, che sin dal 2009 impedisce allo stato di fare deficit sopra lo 0,35% del Pil. Ma al Bundestag, così com’è uscito fuori dalle ultime elezioni, non si troverebbe la maggioranza dei due terzi per varare la riforma. Neanche sommando i voti dei Verdi, visto che l’AfD ha ottenuto il 20,8% dei consensi e la Linke poco meno del 9%. Ed ecco che conservatori e socialdemocratici s’inventano la convocazione del Bundestag uscente (ormai passato), dove insieme ai Verdi dispongono della maggioranza qualificata. La riforma passa. Merz si sente già cancelliere, avendo ottenuto un grande successo sul piano politico.

Invece, da quel momento iniziano i suoi guai. La riforma per fare più debiti ha soddisfatto la sinistra, mentre ha lasciato stupefatti gli stessi conservatori.

In campagna elettorale avevano promesso l’esatto contrario. I sondaggi registrano il crollo dei consensi (già magri) per il centro-destra e il cancelliere “in pectore” Merz. L’AfD sale fino a raggiungerlo, mentre da sinistra il vento in poppa ce l’ha la Linke, che erode voti all’SPD. Quest’ultima ha incassato il risultato insieme ai Verdi prima ancora di chiudere il negoziato con gli avversari. Non sta avendo più motivo per assecondarne il programma su punti ostici come il taglio del welfare e la stretta sull’immigrazione. E poiché Merz ha escluso un’alleanza con l’AfD, i socialdemocratici sanno che a loro non esiste alternativa. S’impuntano su tutto e le trattative s’impantanano. Nelle scorse ore, l’annuncio di un accordo trovato tra i due schieramenti. Il tempo dirà se accontenterà entrambi o si tratti di un semplice tentativo di rassicurare l’opinione pubblica tedesca ed europea sulla tenuta della stabilità politica in Germania.

Possibile trappolone al Bundestag

I conservatori, che già sentono il fiato sul collo alla loro destra, alzano la voce e iniziano a rivoltarsi contro Merz, accusandolo di avere tradito le promesse elettorali e di avere commesso un errore strategico nel trattare con gli avversari, offrendo loro tutto e subito senza nulla in cambio.

Temono di fare la fine dei neogollisti in Francia, ormai residuali nello schieramento conservatore rispetto al Rassemblement National di Marine Le Pen. Johannes Winkel, leader del movimento giovanile, ci va giù duro. Chiede al futuro cancelliere Merz tagli alle tasse e alla burocrazia per rilanciare la crescita economica e lo accusa di avere ceduto alla sinistra sul debito. Minaccia di non votargli la fiducia.

Già, la fiducia. Serve la maggioranza assoluta dei seggi alla prima votazione e questa avviene a scrutinio segreto. Bastano 13 franchi tiratori per impedire a Merz di diventare cancelliere. E sapete qual è il bello? Esiste un esplicito incentivo per l’SPD a votargli contro. Se non passasse, al secondo turno basterebbe la maggioranza relativa. Insieme ai Verdi e forse alla Linke, ce l’avrebbero. Farebbero fuori il vincitore di Pirro delle elezioni e resterebbero al governo possibilmente per altri 4 anni. Ma anche tra gli stessi conservatori questa prospettiva è considerata il male minore. Alcuni deputati temono di finire tritati dalle critiche dell’AfD per essersi accordati per l’ennesima volta con la sinistra, cedendo su punti programmatici importantissimi come il debito.

Merz cancelliere in bilico

La leadership della Germania ne sta risentendo. Già con l’addio di Angela Merkel nel 2021 si era notato un forte declino di Berlino nei consessi internazionali. Merz aveva rassicurato gli elettori che proprio con lui cancelliere si sarebbe tornati a contare. Non solo rischia di non guidare alcun governo federale, ma anche se ci riuscirà, la sua immagine in patria risulta già appannata e all’estero non è diverso. Dopo un iniziale giubilo presso le cancellerie europee per la sua vittoria, i leader stranieri hanno capito che le trattative andranno per le lunghe e che esiteranno forse un accordicchio che ridimensionano il raggio di azione del futuro esecutivo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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