“Mi hanno organizzato l’esistenza da quando mamma era in gravidanza: la pappa, la scuola, la cacca, la suora, il mare, il ruttino, gli esami, il casino, i desideri, i bisogni, la libertà, i sogni… ed ogni estate un nuovo passo di danza. Vivo come in una gravidanza infinita, come se fossi un feto per tutta la vita“, afferma Jovanotti in Buon Sangue.

Fin da quando si è bambini, in effetti, sembra quasi che siamo programmati per compiere tutta una serie di azioni.

Una sensazione che ci accompagna anche una volta diventati adulti, quando ci si ritrova alle prese con la routine della vita quotidiana, tra impegni di lavoro e quelli famigliari. Non tutti, però, facciamo le stesse cose.

Ad incidere maggiormente sul modo di vivere, infatti, sono diversi fattori come il tipo di lavoro svolto e il reddito a disposizione. Proprio quest’ultimo, purtroppo, si rivela essere spesso fonte di problemi, perché particolarmente basso. In tale ambito, fortunatamente, giunge in aiuto il governo che mette a disposizione tutta una serie di bonus, come quelli a favore dei lavoratori con partita Iva. Ecco le agevolazioni che quest’ultimi potranno richiedere entro la fine del 2023.

Tutti i bonus per chi lavora a partita IVA da chiedere entro fine 2023

Anche nel corso del 2023 i titolari di partita Iva potranno accedere a tutta una serie di bonus e agevolazioni. Tra questi si annoverano l’Iscro, il reddito di cittadinanza e dei contributi a fondo perduto. Soffermandosi sull’Iscro, la circolare numero 94 del 30 giugno 2021 ricorda che ne hanno diritto i liberi professionisti, compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici, iscritti alla Gestione separata, che svolgono per professione abituale attività di lavoro autonomo connesso all’esercizio di arti e professioni. Per accedere a tale in misura, inoltre, la circolare poc’anzi citata sottolinea che i soggetti interessati devono:

“aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all’anno precedente alla presentazione della domanda; avere dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro”.

Il riconoscimento dell’ISCRO non avviene in automatico.

Bisogna infatti presentare apposita richiesta entro il 31 ottobre. L’importo mensile riconosciuto va da minimo 254,75 euro fino a massimo 881,23 euro. Ma non solo, nel caso in cui un lavoratore titolare di partita Iva percepisca dei guadagni molto bassi, può richiedere il reddito di cittadinanza.

Quest’ultimo, è bene sottolineare, è una misura alternativa all’Iscro. In tal caso si presenta come un’integrazione al reddito familiare, a cui hanno diritto le persone che hanno un reddito annuo inferiore a 6 mila euro e Isee non superiore a 9.360 euro. In presenza di un nucleo familiare numeroso, tale soglia è più alta, dato che viene moltiplicata per il parametro di scala di equivalenza.

Contributi a fondo perduto per favorire l’imprenditoria

Se tutto questo non bastasse, i titolari di partita Iva possono anche accedere a diversi contributi a fondo perduto. Tra questi, ad esempio, si annoverano:

  • ON – oltre nuove imprese a tasso zero. Messo a disposizione da Invitalia, è rivolto alle micro e piccole imprese, con giovani aventi un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, oppure donne a prescindere dall’età. I soggetti interessati devono presentare richiesta entro il prossimo 19 maggio 2023.
  • Resto al Sud, destinato alle aziende collocate in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, oltre a delle aree del cratere sismico di Lazio, Marche, Umbria. Ne hanno diritto i soggetti aventi un’età tra 18 e 55 anni, che operano nell’ambito dell’industria; artigianato; trasformazione dei prodotti agricoli; pesca e acquacoltura. Ma non solo, anche fornitura di servizi alle imprese e alle persone; turismo e commercio.