Più di un pensionato si chiede se è possibile, dopo aver lasciato il lavoro, aprire una partita IVA e mettersi in proprio in pensione per coltivare una passione e, perché no, incrementare le entrate di un assegno basso. Partiamo col premettere che la corresponsione della pensione non osta all’apertura di una partita IVA: così come un lavoratore dipendente può, in costanza di lavoro, operare anche come lavoratore autonomo a partita IVA, la stessa possibilità vige in capo al pensionato.

Di norma si tratta di attività collaterali che generano entrate contenute: verosimilmente quindi il regime più conveniente è quello forfettario.

Oggi infatti la partita IVA agevolata, pur essendo in larga parte usata dai giovani, ha superato il limite anagrafico dei 35 anni imposto dai vecchi minimi.

Forfettario 2016 pensionati: limiti di reddito

Il regime forfettario 2016 ha reso più facile per un pensionato aprire una partita IVA. La Legge di Stabilità ha superato il limite che imponeva che il reddito da partita IVA dovesse essere prevalente (o che questo unitamente a quello da pensione non superasse i 20 mila euro). Oggi per aprire una partita iva agevolata 2016 in costanza di pensione (ma anche di contratto da lavoro dipendente) occorre avere un reddito massimo totale di 30 mila euro.

Guida la regime forfettario 2016: tutto quello che c’è da sapere