Ci siamo, siamo arrivati alla tanto attesa prima conferenza stampa della nuova numero uno della BCE Christine Lagarde che, in apertura, conferma delle decisioni prese sui tassi di interesse e sul QE.

A detta della presidentessa, il pacchetto di stimoli monetari approvati dal suo predecessore a settembre continueranno a supportare l’economia, anche se rimane la necessità “di un ampio grado di accomodamento monetario”. Rispetto all’ultimo meeting i dati indicano dinamiche di crescita deboli, nonostante ci siano segnali di stabilizzazione e di lieve aumento dell’inflazione, mentre l’aumento dei salari e dell’occupazione continua a sottolineare la resilienza dell’Eurozona.

Da ciò si evince che la BCE continuerà ad osservare da vicino l’inflazione e l’impatto della politica monetaria, restando pronta a reagire a qualsiasi evenienza.

Rispetto all’inflazione, nel medio termine i prezzi dovrebbero essere sostenuti dalla politica monetaria, dall’espansione e dai salari. Nel 2019 l’inflazione è vista all’1,2%, per scendere lievemente all’1,1% nel 2020 e poi risalire all’1,4% nel 2021 e all’1,6% nel 2022. Rispetto allo scorso settembre l’outlook è stato rivisto al rialzo per il 2020 (+1% stimato in precedenza) e al ribasso per il 2021 (+1,5% nel precedente outlook) a causa delle stime sul prossimo andamento dei prezzi energetici, mentre le nuove stime riguardano il 2022.

Per quanto riguarda le stime sul Pil è prevista una crescita dell’1,2% nel 2019, dell’1,1% nel 2020 e dell’1,4% sia nel 2021 che nel 2022. L’outlook del prossimo anno è stato peggiorato (prima la stima di crescita del Pil era del +1%) e i rischi sono orientati al ribasso (guerre commerciali, mercati emergenti  Brexite fattori geopolitici), risultando tuttavia affievoliti rispetto al recente passato.

In sintesi quindi, Christine Lagarde ha sottolineato la necessità di mantenere un politica monetaria piuttosto accomodante, ma affinché i vari paesi europei ne godano appieno dovranno dare un sostegno mediante progressi con riforme fiscali e sull’unione economica e monetaria.

La stessa Lagarde ha poi invitato ad astenersi nel fare paragono con i suoi predecessori: “molti di voi sono qui per fare paragoni. “Non interpretate  eccessivamente le mie parole” -ha aggiunto-. “Io sarò me stessa e sarò probabilmente diversa”.

In merito alla Strategy Review, dato che l’ultima ci fu nel 2003, Lagarde pensa sia giusto averne una ai tempi attuali. I dettagli ancora non sono stati dati ed il quadro non è ancora completo, ma comprenderà temi come il cambiamento climatico, le disuguaglianze e l’innovazione tecnologica.