Il sogno (in cui in pochi continuano a credere realmente) di una Europa della libera circolazione di persone e cose sta per terminare ‘ufficialmente’: la Commissione Europea ha aperto una riflessione sulla necessità di una riforma del trattato di Schengen alla luce dell’innalzamento della minaccia terroristica. A premere in particolar modo verso questa ‘soluzione, sembrano essere la Francia e la Germania: Macron, perché i cugini d’oltralpe sono stati i più colpiti in assoluto, la Merkel perché a breve ci saranno le elezioni e occorre conquistare anche un certo elettorato particolarmente sensibile alla questione.

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Come si intende rivoluzionare il trattato di Schengen? Ecco cosa bolle in pentola nella UE

Sono in molti a scommettere che già il 14 settembre, quando si riunirà la Commissione, la questione della revisione del trattato di Schengen sarà sul tavolo dei lavori: nonostante non sia annunciata come una delle questioni da affrontare, è possibile che lo divenga a seguito del discorso di Jean-Claude Juncker. Ma in quale direzione si intende andare? Il codice Schengen prevede, con l’articolo 29, la possibilità dell’introduzione di controlli alle frontiere in caso di flussi migratori straordinari; la questione, però, è che qui il riferimento esplicito sembra essere al terrorismo, per cui è possibile che venga introdotto un ulteriore strumento. L’idea è quella di concedere a paesi che si trovano sotto una minaccia persistente di attacchi terroristici di ri-attivare le frontiere.

Al momento non è chiara quale potrebbe essere la procedura, ma, come sostiene il commissario alla Sicurezza dell’Unione Julian King “Vogliamo essere sicuri che l’attuale quadro legale sia sufficiente ad affrontare le sfide che ci troviamo di fronte, inclusa quella del terrorismo”.

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Francia e Germania spingono per la revisione del trattato di Schengen

La questione è molto sentita soprattutto in Francia. A novembre, infatti, scadrà la possibilità per il paese d’oltralpe di rinnovare lo stato d’emergenza che concede la possibilità dei controlli alle frontiere: la procedura attiva nel codice Schengen, infatti, dà la possibilità soltanto di 4 rinnovi semestrali (due anni) e l’attivazione è avvenuta a novembre 2015. Anche la Merkel sembra essere solidale, ma per questioni squisitamente elettorali. La notizia davvero importante è proprio l’asse Francia-Germania (cioè coloro che comandano davvero in Europa): già a febbraio i ministri degli Interni dei due paesi avevano chiesto “controlli temporanei alle frontiere interne, in caso di minacce gravi per l’ordine e la sicurezza interna, per durate superiori rispetto a quelle attualmente previste”.