Il governo di Boris Johnson ha da poco annunciato un sistema di restrizioni variabili sulla base di tre gradi di rischio sanitario per l’emergenza Covid. Il Regno Unito rischia seriamente un secondo “lockdown” totale come nella primavera scorsa, ma il suo mercato immobiliare rimane appetibile, specie quando la crisi sarà alle spalle e le tensioni con l’Unione Europea sulla Brexit verranno superate formalmente da un accordo commerciale. Gianmaria Panini, fondatore e a capo di ELVinvest, ci spiega come funziona il sistema di tassazione sugli investimenti immobiliari nel Regno Unito e come ottimizzare il carico impositivo, al fine di ottenere un risparmio.

In genere, le imposte si pagano nel Paese in cui si ha la residenza fiscale. Fanno eccezione i redditi da lavoro e quelli derivanti dagli immobili. Per questi ultimi, le imposte vanno versate sia nel Paese in cui si trova l’immobile e sia nel Paese in cui si ha la residenza fiscale. Nel Regno Unito, la rendita locativa è sottoposta alle stesse aliquote applicate ai redditi delle persone fisiche:

  • 0% fino a 12.500 sterline;
  • 20% tra 12.501 e 50.000 sterline;
  • 40% tra 50.001 e 150.000 sterline;
  • 45% sopra 150.000 sterline.

Queste aliquote valgono per ogni persona fisica, per cui nel caso di due coniugi che hanno acquistato congiuntamente un immobile e lo hanno messo a frutto, non si pagherà alcuna imposta fino a una rendita locativa di 25.000 sterline (12.500 x 2). Attenzione, però, perché in ogni caso la rendita va dichiarata nel riquadro RL della denuncia dei redditi in Italia.

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Tassazione diversa se con utile distribuito o no

Se, invece, si vende un immobile e si realizza una plusvalenza, questa va sottoposta all’aliquota del 18% o del 28%, a seconda del reddito del dichiarante. In Italia, le plusvalenze non sono tassabili se realizzate a distanza di almeno 5 anni dall’acquisto dell’immobile.

Nel caso in cui, poi, le plusvalenze fossero realizzate attraverso una persona giuridica con sede nel Regno Unito, verranno tassate al 19%, la stessa aliquota che si paga sugli utili. E se la plusvalenza della società viene distribuita in forma di utile ai soci, sconterà l’aliquota prevista per il reddito delle persone fisiche. Per un contribuente italiano, il dividendo non è tassabile nel Regno Unito, ma lo è al 26% in Italia. Se, invece, la plusvalenza non viene distribuita, non si paga alcunché né nel Regno Unito e né in Italia.

All’atto dell’acquisto dell’immobile, poi, si deve pagare la Stamp Duty Land Tax, una sorta di imposta di bollo. Sappiate, però, che fino al marzo del 2021 non si pagherà una sola sterlina per compravendite immobiliari fino a 500.000 sterline. Questa imposta non varia a seconda che l’acquirente sia persona fisica o giuridica.

ELVinvest offre consulenza proprio nell’ambito dell’ottimizzazione fiscale. A tale proposito, suggerisce solitamente di dare vita a una Ltd, una srl per intenderci. In questo modo, si potranno portare in detrazione molte voci di costo, riducendo la tassazione a carico dell’investitore. Da persona fisica, infatti, tali detrazioni dei costi non sarebbero possibili. Ad esempio, un modo per abbattere la tassazione consiste nel corrispondere un compenso all’amministratore della società, che in quanto costo va a ridurre il reddito societario imponibile. Nel momento in cui, poi, l’utile viene distribuito ai soci o al singolo socio, sconta le aliquote sui redditi delle persone fisiche. Ma anche in questo caso si ha la possibilità di ridurre il carico fiscale, facendo risultare il dividendo come rimborso di un prestito soci, posticipando la tassazione fino a 10 anni. In alternativa, ricordatevi che non pagherete nulla fino a 12.500 sterline.

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