Chi di recente aveva contratto un mutuo a tasso variabile, non starà dormendo da mesi notti tranquille. Non passa mese che la rata non salga. Dopo molti anni, in media il tasso fisso è diventato un’opzione più economica per le famiglie. Tutto ha a che vedere con l’aumento dei tassi d’interesse ad opera della Banca Centrale Europea (BCE). La stampa italiana l’ha presa di mira, dipingendola come brutta, cattiva e insensibile. La verità è che Francoforte non può fare altrimenti per battere l’alta inflazione che sta affliggendo le famiglie dell’Area Euro.

Se non intervenisse alzando i tassi, i mutui sarebbero certamente molto più economici, ma in cambio le famiglie dovrebbero fronteggiare un carovita ancora più insostenibile.

Il mutuo a tasso variabile è agganciato tipicamente all’Euribor a 3 mesi, che quest’anno è salito dal 2,16% al 3,18%. Era al -0,57% all’inizio dello scorso anno. Dunque, le rate hanno accusato un aumento dei tassi dell’1%. Considerate un capitale da rimborsare in 25 anni di 100.000 euro e uno spread dell’1%: la rata sarebbe passata da 483 a 534 euro. Il rincaro risulterebbe superiore al 10%. E tutto questo in poco più di un trimestre.

Sempre quest’anno, invece, l’Eurirs a 25 anni, il tasso a cui è agganciato il mutuo a tasso fisso di durata media in Italia, è salito dal 2,61% al 2,74%. La variazione è stata di appena lo 0,13%. Supponendo che Tizio abbia contratto un mutuo da 100.000 euro con spread dell’1% ad inizio anno e che Caio lo abbia fatto questa settimana per gli stessi importo e spread, il primo pagherebbe una rata mensile di 506 euro, il secondo di 513 euro. La differenza sarebbe di poco tra i due. In altri termini, le condizioni di mercato per i mutui a tasso fisso sono cambiate sottilmente negli ultimi mesi.

Rata mutuo tasso variabile in ulteriore salita

A cosa è dovuta questa discrepanza? I tassi Euribor riguardano le scadenze brevi (massimo 12 mesi), le quali riflettono le condizioni monetarie del momento.

I tassi Eurirs riguardano scadenze medio-lunghe (da 1 a 50 anni), le quali risentono delle aspettative d’inflazione. Poiché la BCE sta alzando i tassi per battere l’inflazione, le condizioni monetarie si sono fatte molto più restrittive di prima, ma allo stesso tempo le aspettative d’inflazione stanno mantenendosi ancorate al target BCE del 2% nel medio periodo. Questo significa che, in questa fase, i tassi a breve stanno salendo più velocemente dei tassi a lungo. Per questo il mutuo a tasso variabile sta rincarando di più.

C’è da stringere i denti per ancora un po’ di tempo. Probabile, in effetti, che da qui ad un anno il mercato inizi a scontare il taglio dei tassi BCE, per cui l’Euribor scenderà più velocemente dell’Eurirs. A quel punto, il mutuo a tasso variabile tornerà meno caro dell’opzione a tasso fisso. Paradossale che possa apparire oggi, il primo potrebbe rivelarsi una scelta oculata in un’ottica di lungo periodo. A patto di disporre di un reddito capace di sostenere ulteriori aumenti della rata mensile nei prossimi mesi, sebbene il peggio sia alle spalle. Male che vada, da qui alla fine dell’estate l’Euribor a 3 mesi dovrebbe rincarare di un altro mezzo punto. Poi, avrà raggiunto il picco prima di iniziare la discesa.

[email protected]