Davvero il canone rai potrebbe essere abolito con le prossime elezioni?

Stiamo parlando di una tassa tra le più odiate dagli italiani. Un balzello silente, che è riuscito bene a mimetizzarsi all’interno della bolletta elettrica. Ma ancora per poco.

Come ormai sappiamo, il governo si è impegnato nei confronti dell’Unione Europea, all’interno del cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ad eliminare il canone rai dalle bollette. Il motivo è semplice: esso rappresenta un onere improprio, cioè non riferibile al consumo effettivo di energia elettrica.

Come sarà pagato dunque dal prossimo anno? e perché parlano di una sua possibile abolizione?

Iniziamo col dire che il legislatore non si è ancora espresso in merito a questa faccenda. Sarà compito del prossimo governo elaborare un adeguato piano. Ad ogni modo, è possibile fare qualche ipotesi prendendo a modello le soluzioni adottate da altri stati Stati. In alcuni Paesi, ad esempio, l’omologo del nostro canone rai è stato abolito.

Perché questa tassa si paga con la bolletta elettrica?

Il canone rai in bolletta, voluto dall’ex premier Matteo Renzi nell’ormai lontano 2016, ha permesso di contrastare con efficacia il problema dell’evasione di questa tassa.

Prima di allora, complice la difficoltà nei controlli da parte degli organi preposti, sempre più persone decidevano di non pagarlo.

L’importo del canone, oggi, è pari a 90 euro l’anno e il pagamento avviene mediante addebito sulle bollette elettriche in dieci rate mensili da 9 euro ciascuna, da gennaio a ottobre. Prima del 2016, lo stesso costava ben 113 euro l’anno.

Ecco perché il canone rai potrebbe essere abolito con le prossime elezioni

Come già detto in apertura, non è ancora stato chiarito come il canone rai dovrà essere pagato a partire dal prossimo anno (o se sarà abolito). Ad occuparsene dovrà essere il nuovo governo, che sarà eletto il 25 settembre.

Tra le ipotesi più accreditate c’è quella che vorrebbe il pagamento di questa tassa tramite il Modello 730.

Ad ogni modo, in questi giorni, sono state fatte anche ulteriori ipotesi. Tra queste, si parla del anche del modello:

Tuttavia, sembrerebbe molto apprezzato anche il modello francese, dove l’omologa tassa è stata cancellata per poi essere incorporata nella tassa patrimoniale sugli immobili. Il problema, in questo caso, è che in Italia non esiste una patrimoniale sulla prima casa. Motivo per il quale, parlare oggi di una simile soluzione ci sembra un po’ azzardato.