La festa per il 19-esimo scudetto ha coinciso per il Milan con le trattative sul passaggio di proprietà. Elliott Management sta vendendo la società rossonera per un’offerta che la valorizzerebbe 1,3 miliardi di euro a quattro anni di distanza dalla presa di possesso di quasi l’intero capitale. L’acquirente è Gerry Cardinale di RedBird, un fondo americano che gestisce asset per 6 miliardi di dollari nei settori sport, telecomunicazioni e finanza. Già proprietario del Liverpool al 10%, pagherà un importo ancora superiore (fino 1,8 miliardi?) nel caso in cui il Milan raggiungesse alcuni obiettivi, tra cui la costruzione dello stadio di proprietà.

In effetti, Elliott non ha lasciato il club, essendo rimasto con una quota di minoranza.

E questo è un elemento positivo per il futuro del Milan, in quanto segnala che la vecchia e la nuova proprietà nutrano aspettative di ulteriore crescita nei confronti della società. In effetti, vinto lo scudetto per i rossoneri si presenta una nuova sfida, pur di medio-lungo periodo: la costruzione di uno stadio di proprietà. Il progetto è allo studio da tempo in comunione con l’Inter, ma con la cessione a RedBird Elliott ha voluto fare intendere di ambire a un impianto autonomo.

Dopo lo scudetto lo stadio di proprietà

L’offerta di Investcorp, il fondo del Qatar che nelle scorse settimane aveva aperto le danze sulla cessione, è stata scartata anche per l’opposizione di Elliott al piano finanziario che vi stava dietro. Parte dell’offerta sarebbe avvenuta a debito, il quale sarebbe stato successivamente scaricato sul Milan stesso. Invece, la vecchia proprietà intende mantenere la salubrità finanziaria del club, che ha chiuso la scorsa stagione con poco più di 100 milioni di euro di debiti.

Il Milan ha margini di crescita. Lo ha dichiarato esplicitamente anche l’AD, Ivan Gazidis. Il management è stato riconfermato, affinché porti avanti il miglioramento dei risultati sia sportivi che economici.

La squadra deve ancora dimostrare un valore all’altezza della sua storia in Europa, così come ha molta strada da percorrere per aumentare i ricavi ai livelli delle top club. Del resto, il Milan è stato valutato poco più di 1 miliardo di euro, mentre il Liverpool viaggia sui 7,4 miliardi e di recente il Chelsea è stato ceduto da Roman Abramovich per 5 miliardi. E finita la festa scudetto, inizia un secondo tempo per recuperare il tempo perduto rispetto alle grandi del calcio europeo.

Il contratto di Leao fa tremare

Il primo brivido riguarda Rafael Leao. L’attaccante portoghese, classe ’99, è stato la vera rivelazione di questo campionato rossonero. Tra Serie A, Coppa Italia e Champions League, ha all’attivo 14 gol e 12 assist in 42 partite. Soprattutto, il suo è stato un crescendo. Chi ha seguito l’ultima partita contro il Sassuolo, sa di cosa parliamo. Il giovane è legato al Milan da un contratto valido fino a giugno 2024. Tuttavia, il suo agente Jorge Mendes lamenta che guadagni poco: appena 1,6 milioni di euro a stagione. E Paolo Maldini non vuole tenere in rosa un giocatore insoddisfatto, per cui gli avrebbe offerto un prolungamento del contratto di due anni al 2026 e un innalzamento dell’ingaggio netto a 4,5 milioni. Pare che Leao abbia rifiutato. Tattica negoziale o voglia di lasciare Milano, magari per Parigi?

Ma ci sono due-tre club europei che hanno già messo gli occhi sulla maglia n.17 rossonera. Sarebbero il Real Madrid di Carlo Ancelotti, il Manchester City di Pep Guardiola e il PSG di Mauricio Pochettino. Ma se lo volessero a tutti i costi, dovrebbero pagare al Milan una clausola rescissoria di 150 milioni di euro. Si è appreso solo qualche giorno fa della sua esistenza. Molto probabilmente, però, non si arriverebbe a tanto. Voci di corridoio sostengono che il club lo libererebbe per non meno di 70 milioni.

Ad ogni modo, sono i primi segnali che con lo scudetto il Milan abbia fatto un salto di qualità. E adesso può ritrovarsi a fronteggiare richieste di adeguamento degli stipendi dei giocatori che si ritengono sottopagati.

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