La pandemia ha scombussolato i conti pubblici dei governi un po’ in tutto il mondo e la guerra tra Russia e Ucraina rischia di assestare un altro duro colpo ai bilanci statali. Per spirito di realismo, la Germania ha preso atto che le regole di bilancio dell’Unione Europea non siano più adeguate alle condizioni in cui versano gli stati. E lo ha spiegato nel corso di un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt il ministro delle Finanze, Christian Lindner. A capo del Partito Liberale (FDP), considerato un “falco”, l’uomo non ha avuto problemi ad ammettere che il Patto di stabilità vada rivisitato.

A farne le spese sarebbe, a suo dire, la regola contenuta nel Fiscal Compact del 2012. In base ad essa, gli stati dell’Eurozona devono ridurre il rapporto tra debito pubblico e PIL di un ventesimo ogni anno rispetto alla quota in eccesso al 60%.

Regole di bilancio, possibili modifiche

Lindner ha ammesso che, a seguito della pandemia, i debiti degli stati siano saliti pressoché ovunque e che tornare alla regola del ventesimo rischia di colpire pesantemente “alcuni paesi”. Ma ha difeso allo stesso tempo quelle che definisce le “pietre miliari” delle regole di bilancio: tetto al debito al 60% e deficit massimo al 3% del PIL. Sarebbe “un messaggio sbagliato”, spiega, se tali norme fossero abbandonate.

E torna falco anche quando propone di obbligare gli stati a non violare un disavanzo strutturale massimo dello 0,5%. Se lo facessero, la Commissione europea dovrebbe aprire la procedura d’infrazione “per deficit eccessivo”. Dunque, la Germania vuole sì riscrivere le regole di bilancio, ma senza generare una sorta di “liberi tutti”. Peraltro, l’abbandono dell’obbligo di tagliare il rapporto debito/PIL secondo la regola del ventesimo sarebbe un fatto più formale che altro. Nel concreto, tale previsione non era stata ancora mai messa in pratica per il ritardo con cui numerosi governi prima della pandemia avevano cercato di mettersi in linea con i parametri fissati in sede europea.

Patto di stabilità rimane

Resta da vedere quale sarà l’approccio della Francia alla materia. Nei mesi scorsi, il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, aveva invocato una riscrittura delle regole di bilancio, giudicandole non più realistiche. Tuttavia, va notato come la Francia non si sia mai allontanata troppo dalle istanze tedesche sin dal battesimo del Patto di stabilità. Pur violando essa stessa più di altri i vincoli di bilancio nell’ultimo decennio, ha sempre voluto segnalare la sua adesione “ideologica” al nucleo dei paesi fiscalmente più virtuosi sul piano. Un modo per ingraziarsi i mercati per non perdere l’aggancio al Nord Europa.

Per l’Italia, la consapevolezza che non ci saranno regole di bilancio all’insegna del tanto ambito feticcio della flessibilità. Né potrebbe essere altrimenti per un paese con un debito pubblico già al 150%. Molto probabile che si andrà a un approccio caso per caso, con la Commissione che fisserà regole specifiche per ciascun paese, fatti salvi i parametri generali previsti dalle regole di bilancio europee e, a quanto pare, destinate perlopiù a rimanere intatte.

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