E’ dal 4 aprile scorso che il cambio euro dollaro non vede la soglia di 1,10, restandovi sotto e ai minimi da due anni a questa parte. E dire che era entrato nel 2022 a 1,13. Il fattore principale che deprime il cross è la divergenza monetaria tra una Federal Reserve ormai in versione “falco” e una BCE per il momento sempre “colomba”. La prima ha iniziato ad alzare i tassi d’interesse e a maggio dovrebbe annunciare un nuovo aumento di ben 50 punti base (0,5%).

La seconda continua a dibattere al suo interno sull’opportunità di avviare la stretta entro l’anno.

Ma c’è anche il tema delle elezioni presidenziali francesi. Il primo turno si è concluso come previsto: Emmanuel Macron e Marine Le Pen saranno i due candidati che andranno al ballottaggio di giorno 24 aprile. Il presidente uscente è andato meglio delle previsioni, sfiorando il 28% dei consensi contro il 23,4% della leader sovranista. I sondaggi dicono che il primo vincerà anche tra meno di due settimane con almeno il 53-54% dei consensi. Sembra lo scenario più probabile, ma stando al cambio euro dollaro non ci sarebbero certezze.

Le Pen e Macron corteggiano la gauche

Subito dopo la chiusura delle urne e quando era chiaro che non sarebbe approdato per un soffio al ballottaggio, il candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon ha invitato i suoi (numerosi) elettori a “non dare neppure un voto” a Le Pen. I sondaggisti spiegano che metà di loro non andrà a votare, l’altra metà prenderebbe in considerazione di votare la “dama nera” di Francia. Più in generale, il pericolo più grande per Macron si chiama astensione. Se molti elettori di sinistra non riterranno di doversi recare ai seggi, una sua sconfitta non sarebbe ipotesi remota.

Non è un caso che entrambi i candidati stiano corteggiando proprio la gauche, un paradosso per una competizione che vede proprio il fronte progressista estremamente minoritario.

Le Pen si è dichiarata sostenitrice del “dialogo sociale” e sta cercando di darsi un’immagine di difensore dei ceti popolari, tra cui in realtà già spopola. A dire il vero, è proprio Macron più in difficoltà su questo terreno, avendo governato per cinque anni da posizioni decisamente “di destra”.

Cambio euro dollaro al test francese

Il cambio euro dollaro sotto 1,09 di questi giorni testimonia che la seconda economia dell’Eurozona rischi di essere guidata da una leader euro-scettica. Se così fosse, non ci sarebbe certamente alcuna Frexit, dato che da anni Le Pen non propugna più l’uscita della Francia dall’euro. Tuttavia, si allontanerebbe ulteriormente l’unione politica nell’area e, soprattutto, si andrebbe probabilmente allo scontro con la Germania sui temi fiscali e, in generale, dell’economia. L’asse franco-tedesco si sgretolerebbe e ad oggi è stato l’unico ad avere retto le sorti dell’unione monetaria. Un futuro con Parigi e Berlino su posizioni contrapposte sarebbe un inedito con enormi incognite. Naturale la debolezza del tasso di cambio.

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