Mercoledì scorso, l’euro è sceso sotto la parità con il franco svizzero per la prima volta da marzo. Nelle ore successive, il tasso di cambio si attestava fino a un minimo di 0,9966, ai minimi di sempre. In altre parole, la valuta elvetica non è mai stata così forte contro la moneta unica. Ad avere dato il là agli acquisti è stato probabilmente il dato sui depositi a vista delle banche commerciali presso la Banca Nazionale Svizzera (BNS), in calo di 3,37 miliardi a 748,46 miliardi di franchi la scorsa settimana.

Si è trattato della variazione negativa più ampia dal 2012. I depositi a vista sono considerati frutto di acquisti di valute straniere da parte dell’istituto centrale. In altre parole, riflettono gli interventi sul forex per indebolire il franco svizzero. Nell’ultimo decennio, la BNS ha puntato a tenere il cambio debole per evitare che l’economia alpina scivolasse nella deflazione. Ma adesso che l’inflazione viaggia verso il 3%, il governatore Thomas Jordan ha segnalato di accettare un apprezzamento del cambio.

Franco svizzero su per paura nell’Eurozona

La BNS ha alzato i tassi d’interesse a sorpresa al board di giugno, anticipando la stretta monetaria della BCE. Anche questo elemento gioca a favore del franco svizzero. Infine, le vendite di euro sono state alimentate dai timori sulla possibile recessione nell’Eurozona. Il mercato inizia a credere che la BCE non sarà in grado di alzare i tassi come vorrebbe e dovrebbe, data l’alta inflazione nell’area, a causa della debole congiuntura economica.

Il franco svizzero guadagna così il 10% contro l’euro nell’ultimo anno. Perde circa il 3% contro il dollaro, ma sappiamo quanto il biglietto verde si sia rafforzato negli ultimi mesi contro le altre valute mondiali. La valuta elvetica è tipicamente un bene-rifugio per i capitali di tutto il pianeta. In particolare, diventa attrattiva nei momenti di maggiore tensione dell’Eurozona.

E l’area può diventare epicentro di una nuova crisi dei debiti sovrani proprio con il rialzo dei tassi, sebbene la BCE si sia impegnata a contrastare la frammentazione monetaria con il varo di un nuovo scudo anti-spread.

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