Non è una fase positiva per il cambio euro-dollaro dopo il rally dei mesi scorsi, durante il quale il cross è risalito da un minimo di 0,95 a un massimo di 1,10. Nelle ultime settimane, invece, il ripiegamento sotto 1,07. E dire che la Banca Centrale Europea (BCE) sta facendo di tutto per mostrarsi “hawkish”, così come del resto la stessa Federal Reserve. Il rischio recessione tende a diminuire nell’Area Euro. Lo confermano i dati odierni sul PMI composito, salito ai massimi dal maggio 2022 e sopra le aspettative, trainato dai servizi.

Viceversa, il manifatturiero è sceso ai minimi da due mesi. Il gas sotto 50 euro per Mega-wattora favorisce la discesa dell’inflazione e la ripresa della produzione.

Ciononostante, il cambio euro-dollaro non si scalda. L’economia americana non accenna a segnalare alcun rallentamento. Mercato del lavoro in piena occupazione, consumi e investimenti solidi e discesa dell’inflazione più lenta delle previsioni a gennaio contribuiscono a far scontare tassi FED elevati. Il mercato crede che arriveranno al 5,50% entro settembre. Per l’Area Euro, i tassi BCE sono attesi fino a un massimo del 4,25%, sebbene diversi analisti confidino che Francoforte si fermi al 4% o sotto.

La crescente divergenza monetaria tra FED e BCE dell’anno scorso, comunque sia, si va riducendo e sembra destinata a ridursi ulteriormente nei prossimi mesi. Se guardiamo alle previsioni dello stesso mercato, i tassi FED entro giugno 2024 dovrebbero portarsi al 4,50% e i tassi BCE al 3,75%. Per fine 2024, sono attesi rispettivamente al 4% e al 3,50%. Se pensiamo che ad oggi sono stati portati gli uni al 4,75% e gli altri al 3%, capite benissimo che la distanza tra i due si assottiglierebbe parecchio. Ciò non farebbe che bene al cambio euro-dollaro, il quale tendenzialmente dovrebbe portarsi ai livelli pre-bellici. Allora, si aggirava poco sotto 1,15 e nel 2021 era ancora a 1,20.

Previsioni cambio euro-dollaro negative

Tuttavia, le previsioni degli analisti risultano molto pessimistiche al riguardo.

Essi scontano un cambio euro-dollaro fino a un massimo di 1,15 entro agosto di quest’anno, salvo scendere sotto la parità per tutta la seconda metà dell’anno prossimo. A cosa sarebbe dovuta tanta debolezza? Evidentemente, le parole della BCE non convincono. Analisti e investitori restano dell’idea che l’Eurozona non possa permettersi un costo del denaro elevato a lungo, che la sua economia sia esposta al rischio di recessione più di quanto suggerirebbero i dati macro più recenti. Per contro, l’economia americana non sarebbe destinata a contrarsi nel medio termine e la FED disporrebbe di maggiori margini per tenere i tassi reali positivi al fine di una disinflazione credibile.

Sarà, ma se l’economia europea eviterà la recessione e l’inflazione continuerà a scendere nei prossimi mesi, i tassi BCE in termini reali avranno modo di salire. Dopo anni di tassi negativi, sarebbe un fatto del tutto positivo per il cambio euro-dollaro. Le previsioni potrebbero mutare rapidamente, al netto delle tensioni geopolitiche sempre suscettibili di irrompere in qualsiasi scenario macro atteso.

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