La Brexit sarà “hard”? Forse, ma da ieri mattina, quando abbiamo avuto la certezza che il prossimo presidente USA si chiama Donald Trump, le cose si sarebbero già messe un po’ meglio per il governo di Theresa May, in difficoltà in patria, dopo che l’Alta Corte aveva sentenziato nei giorni scorsi sull’obbligo che sia il Parlamento ad autorizzare l’attivazione dell’art.50 del Trattato di Lisbona, facendo scattare le trattative per l’uscita del Regno Unito dalla UE.

In gioco, c’è il mercato comune, quello spazio di 500 milioni di consumatori, all’interno del quale transitano merci, servizi, capitali e anche persone. Londra vorrebbe solo le prime tre libertà, puntando a riappropriarsi della sovranità sul controllo delle frontiere. Da Bruxelles, oltre che dalle principali capitali europee, ad oggi è stato erto un muro: niente più accesso al mercato comune per l’economia britannica, se il Regno Unito non accetta le quattro libertà “indivisibili”. (Leggi anche: Brexit, le condizioni dei laburisti non escludono negoziato duro)

Londra avrà un aiuto da Trump sulla Brexit

Ma la presidenza Trump potrebbe cambiare tutto e in favore proprio di Londra. Perché? A parte essere stato un sostenitore della Brexit, tanto da avere profetizzato che la sua vittoria sarebbe stata una “Brexit moltiplicata per 10”, il vero sostegno indiretto che potrebbe arrivare nei prossimi mesi da Washington riguarda la NATO.

Trump ha in mente di rinegoziare le alleanze, partendo proprio da quella militare con i membri della NATO. Il suo obiettivo dichiarato è di ridurre la spesa a carico degli USA, che considera eccessiva per difendere di fatto l’Europa. Chiede, quindi, che sia il Vecchio Continente a farsi carico di una quota maggiore del budget destinato alla sua difesa.

 

 

 

Gli USA di Trump spenderanno meno per la NATO

Il problema è che questa richiesta avviene in una fase, in cui i principali governi dell’Alleanza Atlantica non sarebbero in grado di aumentare le spese militari, avendo la necessità opposta di ridurre il deficit e di consolidare le loro finanze pubbliche.

Ecco, quindi, che Londra potrebbe soccorrere in loro aiuto. Come? Il Regno Unito dispone del secondo budget più ampio per la difesa dopo quello americano, all’interno della NATO, oltre che di forze di intelligence, che potrebbero essere messe a disposizione degli altri membri, riducendo il maggiore onere loro richiesto. Al contrario, se i britannici dovessero anch’essi tagliare la spesa di compartecipazione al budget complessivo, l’Europa entrerebbe in seri guai, dovendo ricercare d’urgenza maggiori risorse da destinare al capitolo difesa, cosa che sarebbe dolorosa sul piano dei conti pubblici e impopolare.

UE costretta a trattare con Trump

L’esigenza di non tagliare la spesa NATO deriverebbe anche dal riavvicinamento tra USA e Russia, che potrebbe spingere il prossimo governo americano a ritirarsi progressivamente dall’Ucraina, lasciando Kiev al suo destino, in balia delle forze europee, tedesche in testa. Si capisce come mai il presidente UE, Donald Tusk, e quello della Commissione, Jean-Claude Juncker, abbiano sin da ieri mattina invitato formalmente il presidente Trump per un vertice bilaterale, quando ancora questi non si è nemmeno insediato alla Casa Bianca.

L’Europa sarà costretta a fare buon viso a cattivo gioco. Trump era lo scenario peggiore che avrebbe potuto immaginare, ma tant’è. Adesso, dovrà mostrarsi tutt’altro che indisposta con il nuovo presidente americano, perché in gioco c’è la propria integrità territoriale, oltre che la sua solidità politica.