Sembrava definitivamente morto e proprio mentre analisti, politici e media stavano per celebrarne le esequie, ecco che Bitcoin torna inaspettatamente in vita. La “criptovaluta” ha guadagnato in una decina di giorni quasi il 40%, salendo a una quotazione ieri superiore ai 28.000 dollari. In termini di capitalizzazione, si porta sopra 540 miliardi, segnando una crescita di oltre 150 miliardi. Tutto questo nei giorni in cui divampa sui mercati finanziari di tutto il mondo la crisi delle banche americane prima e di Credit Suisse subito dopo.

Crisi banche spinge criptovalute

Se l’inventore di Bitcoin, il fantomatico Satoshi Nakamoto, potesse parlare apertamente, forse ci chiederebbe con fare compiaciuto “dov’eravamo rimasti?”. Perché alla fine stiamo tornando alle ragioni dell’invenzione delle “criptovalute”, un asset alternativo alla finanza tradizionale nato dalla crisi del 2008-’09. In quel biennio, saltarono a gambe per aria numerose banche in Occidente. Molte furono salvate con soldi pubblici. Migliaia di miliardi spesi in tutto il mondo e che disgustarono l’opinione pubblica.

La crisi delle banche portò nell’immediato al rigetto della finanza cosiddetta tradizionale. Si tradusse in una crisi di fiducia verso il sistema bancario, ma anche nei confronti delle banche centrali e delle autorità di controllo. Le prime furono accusate di avere foraggiato i crac non riuscendo a gestire la massa monetaria in circolazione, alimentando la speculazione. Tutti elementi che sono andati ingigantendosi negli anni, anziché a ridursi. E così i Bitcoin oggi ritrovano vita insperata dopo quasi un anno e mezzo all’insegna della crisi pesta. Da asset anti-sistema, le ragioni per acquistarlo sono tornate improvvisamente di moda tra quanti ne hanno la percezione come strumento non manipolabile dalle banche centrali e tendenzialmente deflattivo.

Bitcoin torna asset appetibile

Certo, i prezzi restano nettissimamente sotto i massimi storici toccati nel novembre del 2021. Allora, arrivarono sopra 69.000 dollari. Oggi, siamo oltre 40.000 dollari sotto, circa -60%.

Ma Bitcoin iniziava l’anno a 16.500 dollari, per cui guadagna in questo primo scorcio di 2023 intorno al 70%. Il rialzo globale dei tassi d’interesse sembrava aver posto fine, perlomeno sospeso, alla liquidità a fiumi iniettata sui mercati in quasi l’ultimo quindicennio. Tuttavia, in appena una settimana la Federal Reserve ha incrementato il suo bilancio di quasi 300 miliardi di dollari, tornando ai livelli massimi da inizio novembre scorso.

In pratica, le banche centrali stanno tornando a pompare liquidità prima ancora di cessare la stretta monetaria. E per questo i Bitcoin salgono, beneficiando del nuovo ciclo di aumento dei dollari in circolazione. Tutta manna dal cielo per chi intende speculare o proteggersi dalla speculazione finanziaria. Perché alla fine le “criptovalute” sono l’altra faccia della medaglia delle banche centrali.

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