La Banca Centrale Europea (BCE), al termine della riunione del board per la seconda volta da inizio anno, ha annunciato di avere aumentato i tassi d’interesse dello 0,50%. Nel dettaglio, il tasso sui depositi bancari sale dal 2,50% al 3%. Il tasso di riferimento è portato dal 3% al 3,50% e il tasso di rifinanziamento marginale dal 3,25% al 3,75%. La decisione era nell’aria alla vigilia, data la scarna discesa dell’inflazione nell’Area Euro a febbraio, sebbene nelle ultime ore sembrava scontato che l’istituto avrebbe alzato i tassi solo dello 0,25%.

Gli eventi di questi giorni si pensava che avrebbero persuaso il board ad adottare un atteggiamento più prudente. I crac bancari negli Stati Uniti e il salvataggio di Credit Suisse ad opera della Banca Nazionale Svizzera non hanno lasciato indifferente Francoforte, che monitora la situazione sui mercati.

Adesso, la BCE si attende un’inflazione media del 5,3% quest’anno, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. L’inflazione di fondo salirebbe al 4,6% quest’anno, per scendere al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. Quanto alla crescita del PIL nell’Area Euro, le previsioni sono per l’1% quest’anno, seguito dall’1,6% sia nel 2024 che nel 2025. Ulteriori informazioni saranno rese note in conferenza stampa dal governatore Christine Lagarde, a partire dalle ore 14.45.

Dalla lettura del comunicato post-board emerge che sui tassi BCE non esiste più alcuna “forward guidance” relativa alle prossime mosse dell’istituto. Forse è per questo che la reazione dei mercati per il momento risulta essere di scarsa intensità. Francoforte non si sarebbe legata le mani sui prossimi appuntamenti. A fronte di un aumento dei tassi superiore alle ultime previsioni, potremmo avere assistito realmente alla conclusione della stretta monetaria o giù di lì.