Crisi nerissima per il bolivar, la valuta del Venezuela, che al mercato nero è scambiata in queste ore a un cambio di 402 contro un dollaro. In appena 2 giorni, per acquistare un biglietto verde sono stati necessari 64,47 bolivar in più, mostrando un deprezzamento della valuta del 19%. E se si considera che la soglia di 300 era stata oltrepassata solamente 8 giorni prima, si ha un crollo del 25% in poco più di una settimana.   APPROFONDISCI – Venezuela in allarme, al mercato nero sfondata la soglia dei 300 bolivar per un dollaro   Ovviamente, il mercato nero non è quello ufficiale, ma ciò non indora la pillola amarissima per i venezuelani.

Anzi! Il cambio ufficiale di 6,3 è considerato fuori da ogni realtà, tanto che il governo stesso lo utilizza ormai solo per le importazioni di cibo e medicine. Le aste Sicad, con le quali tra il 2013 e il 2014 sono stati distribuiti oltre 5 miliardi di dollari alle imprese importatrici di beni secondari a un cambio meno favorevole, non si tengono dal mese di novembre. Il Simadi, il sistema marginale di cambio, che permette ai venezuelani di ottenere dollari secondo modalità di mercato (seppur con notevoli limitazioni), segna 199,77, quando appena 2 mesi fa esordì a 172. In ogni caso, il Simadi distribuisce appena 3 milioni di dollari al giorno, una goccia nel mare della domanda di divisa americana.

Riserve Venezuela ai minimi

L’accelerazione della crisi valutaria si è avuta nei giorni scorsi, quando si è diffusa la notizia che il governo di Nicolas Maduro avrebbe ritirato 383 milioni di dollari dalle riserve presso l’FMI, scatenando le illazioni sia sulle casse vuote dello stato, sia sul livello fin troppo insufficiente delle riserve valutarie, scese adesso a 17,87 miliardi, il livello più basso del nuovo Millennio.   APPROFONDISCI – Il Venezuela vende l’oro, le riserve valutarie sono ai minimi, ma i bond corrono   La situazione diventa sempre più preoccupante.

Il fatto che al mercato nero, un bolivar valga meno di 60 volte rispetto a quanto fissato dal cambio ufficiale è il segno che nel paese manchino del tutto i dollari e che si sia arrivati a un punto di non ritorno. Il governo starebbe studiando in questi giorni un ennesimo sistema di cambio, che razionalizzi i 3 ufficiali (di cui uno nemmeno più funzionante) e che scalfisca il mercato nero, esploso nei 12 anni in cui esiste il cambio fisso, voluto dall’ex comandante in capo Hugo Chavez, scomparso 2 anni fa.

Svalutazione bolivar è unica soluzione, ma dolorosissima

A questo punto, l’unica soluzione possibile sarebbe lasciare oscillare il cambio liberamente sul mercato, cosa che porterebbe in un solo istante a una svalutazione del 99%. Da un punto di vista sociale, Maduro teme ripercussioni pesanti e rivolte. Tuttavia, già da molti mesi i venezuelani fanno i conti con la carenza altissima di beni primari sugli scaffali dei negozi, causata dall’impossibilità di importare prodotti dall’estero, a causa della mancanza di dollari, oltre che ai disincentivi normativi a produrre, come il controllo amministrativo dei prezzi. Se l’intenzione del governo è di evitare il default sul debito contratto in valuta straniera e il cui peso sul pil esploderebbe, nel caso di svalutazione del bolivar, Caracas è come se avesse già dichiarato bancarotta verso i suoi stessi cittadini, che subiscono un’inflazione presumibilmente oggi intorno al 100% e che sono costretti a lunghe file e a tour tra i negozi per trovare il minimo necessario da comprare.   APPROFONDISCI – Venezuela, la tragica profezia: presto negozi vuoti, l’inflazione salirà alle stelle