Controlli partita IVA in forfettario, arriva l’Agenzia Entrate a casa: tutto lecito o violazione privacy?

Negli ultimi mesi, il regime forfettario è finito sotto la lente del Fisco con controlli sempre più frequenti, anche a casa
2 settimane fa
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Regime forfettario
Foto © Pixabay

Nel contesto attuale della fiscalità italiana, il regime forfettario continua a rappresentare una delle modalità più utilizzate da professionisti, freelance e piccoli imprenditori per la gestione semplificata della propria posizione fiscale.

Tuttavia, negli ultimi tempi si è assistito a un’intensificazione delle attività di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate proprio nei confronti di questa categoria di contribuenti.

Un aumento delle verifiche per i contribuenti forfettari

Nelle ultime settimane, molti lavoratori autonomi che operano in regime forfettario hanno segnalato l’avvio di controlli fiscali approfonditi. Le ispezioni, condotte talvolta anche con accessi diretti presso la sede dell’attività – che spesso coincide con il domicilio privato – stanno generando un certo disagio, soprattutto in quei casi in cui la linea di demarcazione tra ambiente lavorativo e abitazione è pressoché assente.

Le operazioni di verifica, condotte dagli ispettori dell’Amministrazione finanziaria, rientrano comunque nella normale attività di controllo che lo Stato effettua per assicurarsi che le agevolazioni previste dalla legge non siano utilizzate in modo improprio. L’obiettivo principale di queste ispezioni è duplice: da un lato, accertare la regolare conservazione della documentazione contabile; dall’altro, verificare la sussistenza effettiva dei requisiti richiesti per accedere e mantenere il regime agevolato.

I controlli nel dettaglio: documenti richiesti e modalità operative

Durante gli accertamenti (finalizzati a prevenire e contrastare comunque l’evasione fiscale), i funzionari dell’Agenzia delle Entrate possono procedere in vari modi. Generalmente, l’approccio prevede:

  • interviste dirette al titolare dell’attività, ed eventualmente anche a collaboratori presenti in sede, per raccogliere informazioni sull’organizzazione dell’attività economica;
  • questionari e interrogatori formali, con lo scopo di ottenere elementi utili a confermare la coerenza del comportamento fiscale rispetto al profilo dichiarato;
  • richiesta di copia di documenti inerenti al periodo d’imposta sotto esame, come ad esempio le fatture di acquisto.

    In alcuni casi, ai contribuenti è stato chiesto di consegnare la documentazione completa di tre anni consecutivi (2020, 2021 e 2022).

Un’ulteriore area di interesse per i verificatori è la struttura dell’attività. In altre parole, si cerca di comprendere se l’attività svolta presenti un’organizzazione tale da richiedere, di fatto, un regime contabile diverso da quello agevolato, o se al contrario rientri perfettamente nei parametri previsti per il regime forfettario.

Il quadro RS: un obbligo troppo spesso sottovalutato

Un aspetto che emerge frequentemente durante questi controlli riguarda il cosiddetto quadro RS del Modello Redditi Persone Fisiche. Questo spazio, specifico per i contribuenti forfettari, è destinato alla comunicazione di alcune informazioni minime obbligatorie, necessarie all’Agenzia per effettuare le proprie analisi e incroci di dati.

Tra le informazioni da inserire figurano, per esempio, i dati relativi ai consumi delle utenze, elementi che – pur non vincolando l’accesso al regime – consentono all’amministrazione di effettuare valutazioni sulla congruità del volume d’affari dichiarato rispetto all’attività svolta.

La mancata compilazione di questo quadro – o l’indicazione sistematica di valori nulli – può rappresentare un campanello d’allarme per l’Amministrazione, che potrebbe quindi decidere di attivare un controllo più approfondito.

Il regime forfettario: vantaggi e responsabilità

Il regime forfettario è nato con l’intento di alleggerire gli oneri amministrativi e fiscali per i piccoli operatori economici. Tra i principali vantaggi, si ricordano:

  • esenzione dall’IVA e quindi dalla tenuta dei registri IVA;
  • nessun obbligo di contabilità ordinaria o semplificata;
  • applicazione di un’unica imposta sostitutiva, in luogo di IRPEF, addizionali e imposte regionali;
  • semplificazioni in materia di adempimenti dichiarativi e contributivi.

Tuttavia, proprio perché caratterizzato da una significativa semplificazione, il regime richiede un’attenta osservanza delle condizioni di accesso e permanenza. Tra queste, vi sono limiti di fatturato annuo, incompatibilità con altri regimi fiscali o attività di lavoro dipendente prevalente, e l’assenza di spese per lavoro dipendente o collaboratori superiori a una certa soglia.

È quindi comprensibile che l’Agenzia delle Entrate intenda assicurarsi che chi usufruisce del regime forfettario lo faccia nel pieno rispetto delle regole.

La tutela della privacy e i controlli “in casa”

Una delle questioni più delicate riguarda le ispezioni effettuate direttamente presso la sede operativa, che, come detto, in molti casi coincide con l’abitazione privata. Questo aspetto solleva comprensibili perplessità in termini di privacy e rispetto della sfera personale. Tuttavia, le normative vigenti consentono questo tipo di accesso, purché sia eseguito nel rispetto delle garanzie previste dallo Statuto del Contribuente.

È fondamentale che i professionisti siano consapevoli di questi diritti e sappiano come comportarsi in caso di visita ispettiva, eventualmente anche con il supporto di un consulente o tributarista.

Conclusioni sul regime forfettario: prevenzione e consapevolezza

Il regime forfettario, pur essendo uno strumento estremamente utile per semplificare la gestione fiscale delle microimprese e dei liberi professionisti, richiede un elevato grado di consapevolezza. Nonostante l’assenza di obblighi contabili stringenti, è essenziale mantenere ordine nella documentazione, compilare correttamente la dichiarazione dei redditi. E soprattutto non sottovalutare l’importanza del quadro RS.

L’incremento dei controlli non deve essere vissuto come una minaccia, ma come un’opportunità per riflettere sulla propria conformità fiscale. Mantenere una condotta trasparente e coerente con i criteri stabiliti dalla normativa consente non solo di evitare sanzioni.

Ma anche di proseguire serenamente nella propria attività, beneficiando delle agevolazioni che il regime forfettario continua a offrire a chi ne ha diritto.

Riassumendo

  • Intensificati i controlli fiscali sui titolari di partita IVA in regime forfettario.
  • Le verifiche includono accessi in sede, anche se coincidente con l’abitazione.
  • Richiesti documenti come fatture e questionari su struttura e attività svolta.
  • Quadro RS della dichiarazione fondamentale per evitare sospetti e controlli.
  • Il regime forfettario prevede vantaggi ma anche precisi requisiti da rispettare.
  • Trasparenza e ordine nei documenti aiutano a superare serenamente le verifiche fiscali.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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