Come sapere se la tua pensione aumenta l’anno prossimo: non tutte coinvolte

Dal 1° gennaio 2026 la pensione aumenta grazie alla rivalutazione automatica legata all'inflazione stimata allo 0,8%
1 settimana fa
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Con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Documento di economia e finanza (DEF), che da quest’anno assume la denominazione di Documento di finanza pubblica (DFP), iniziano a emergere i primi dettagli sull’importo delle pensioni future. Per alcuni beneficiari, la pensione aumenta.

Infatti, a partire dal 1° gennaio del prossimo anno 2026, gli assegni pensionistici potrebbero registrare un incremento, grazie alla rivalutazione legata al tasso d’inflazione.

Nel DFP si fa riferimento a un’inflazione prevista dello 0,8%, con un impatto diretto sul cosiddetto meccanismo di perequazione delle pensioni.

Aumento pensioni e rivalutazioni. Un cenno

​Il meccanismo di rivalutazione delle pensioni, noto anche come perequazione automatica, è uno strumento previsto dalla normativa italiana per adeguare annualmente gli importi delle pensioni al tasso di inflazione, al fine di preservare il potere d’acquisto dei pensionati.

Questo adeguamento si basa sull’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) calcolato dall’ISTAT.

L’applicazione della perequazione avviene al primo gennaio di ogni anno, l’adeguamento tiene conto degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat.

Il sistema di rivalutazione prevede un’applicazione differenziata in base all’importo della pensione:​

  • Pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.400 euro lordi mensili): rivalutazione al 100% del tasso di inflazione.
  • Pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (tra 2.400 e 3.000 euro): rivalutazione al 90% del tasso di inflazione.
  • Pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo (oltre 3.000 euro): rivalutazione al 75% del tasso di inflazione. ​

Per il 2025, è previsto un incremento del 2,2% per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo, garantendo un supporto maggiore a chi ha redditi più bassi.

Questo meccanismo mira a bilanciare l’esigenza di tutela del potere d’acquisto dei pensionati con la sostenibilità della spesa pubblica, applicando percentuali di rivalutazione decrescenti al crescere dell’importo della pensione.

L’INPS comunica annualmente le percentuali di rivalutazione e gli importi aggiornati delle pensioni, che vengono applicati automaticamente a partire dal 1° gennaio di ogni anno.

Per i pensionati all’estero non opera la rivalutazione delle pensioni.

Come sapere se la tua pensione aumenta l’anno prossimo: non tutte coinvolte

Il meccanismo della rivalutazione si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati:

  • dalla previdenza pubblica,
  • dalle gestioni dei lavoratori autonomi,
  • dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive.

Si applica altresì alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.

Detto ciò, dal 1° gennaio del prossimo anno gli assegni pensionistici potrebbero tornare ad aumentare, grazie alla rivalutazione qui in esame.

Infatti, nel DFP 2025 si fa riferimento ad una possibile inflazione dello 0,8% con impatti diretti sul c.d. meccanismo di perequazione delle pensioni.

I dati del DPF

Nel DFP si legge che per il 2025, la previsione della spesa per prestazioni sociali in denaro, elaborata a normativa vigente, evidenzia un tasso di variazione, rispetto alla stima dei risultati per l’anno 2024 di Contabilità nazionale, del 3,4 per cento.

La previsione tiene conto degli elementi emersi nell’ambito dell’attività di monitoraggio ai fini della stima dei risultati per il 2024 e dei primi elementi disponibili per l’anno 2025. In particolare, con riferimento alle diverse componenti di spesa, si fa presente quanto segue:

  • per quanto concerne la spesa pensionistica (+2,2%), la previsione tiene conto del numero di pensioni di nuova liquidazione, dei tassi di cessazione stimati sulla base dei più aggiornati elementi, della
    rivalutazione delle pensioni in essere ai prezzi (pari, per l’anno 2025, a 0,8%), delle ricostituzioni degli importi delle pensioni in essere. Le previsioni relative al 2025 e agli anni successivi tengono anche conto degli interventi contenuti nella legge n. 207 del 202422;
  • per quanto concerne la spesa per altre prestazioni sociali in denaro (+7,0%), la previsione tiene anche conto delle misure introdotte con la legge di bilancio 2025-2027, legge n. 207 del 202423, nonché di quanto.

Nei fatti, il DFP si mette in conto una possibile rivalutazione dello 0,8%.

Dunque, per effetto della rivalutazione, le pensioni 2026 torneranno a crescere anche se si tratta di una variazione piuttosto contenuta.

Tanto per fare un esempio, un assegno mensile lordo di 1.100 euro beneficerebbe di un incremento di 8,80 euro. Ancora, una pensione da 2.200 euro beneficerebbe di un aumento  di 17,60 euro.

A ogni modo, con alcuni esempi pratici è possibile capire come cambia la pensione con gli aumenti 2026.

Riassumendo.

  • Cambia il DEF: Il Documento di economia e finanza (DEF) cambia nome in Documento di finanza pubblica (DFP), da cui emergono le prime indicazioni sull’aumento delle pensioni.
  • Rivalutazione legata all’inflazione: Le pensioni potrebbero essere rivalutate dal 1° gennaio 2026 in base al tasso di inflazione stimato per il 2024, pari allo 0,8%.
  • Meccanismo a scaglioni: Le percentuali di rivalutazione sono differenziate in base all’importo della pensione (100%, 90%, 75%).
  • Applicazione generalizzata: Il meccanismo si applica a tutte le pensioni pubbliche e ai superstiti, comprese quelle degli italiani residenti all’estero.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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