Come lavorare in pensione senza subire tagli: le istruzioni Inps sono chiare

Come lavorare in pensione senza subire tagli? A fornire importanti chiarimenti in merito ci ha pensato l'Inps.
6 mesi fa
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Lavorare in pensione senza subire tagli è possibile. Come canta Daniele Silvestri con il brano La paranza: “Non è raccomandabile fare ritorno al luogo originario di partenza, ci sono regole precise in latitanza e per resistere c’è la paranza”.

Ogni persona ha il diritto alla libertà, ovvero di poter fare solo ciò che desidera a prescindere dal pensiero altrui. Questo, però, non vuol dire che si possa fare davvero tutto. È bensì fondamentale rispettare i diritti, gli spazi e la libertà altrui.

A giungere in aiuto in tal senso sono le varie leggi che permettono di sapere entro quali limiti è possibile muoversi in determinati contesti.

Ne sono un chiaro esempio le regole da rispettare per accedere alla pensione, che prevedono il rispetto di determinati requisiti anagrafici e contributivi. Ma non solo, in determinati casi è possibile anche lavorare mentre si percepisce il trattamento pensionistico senza subire tagli. Ecco di quali si tratta.

Cumulabilità del trattamento pensionistico con i redditi da lavoro autonomo

In base a quanto previsto dal decreto legislativo numero 112 del del 25 giugno 2008 è possibile cumulare con i redditi da lavoro tutte le pensioni di anzianità. E anche di vecchiaia o anticipate. Entrando nei dettagli, come spiegato sul sito dell’Inps, i seguenti pensionati sono esonerati dall’obbligo di dichiarare i redditi da lavoro autonomo ottenuti nel 2023, poiché non soggetti al divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo:

  • beneficiari pensione e assegno di invalidità con decorrenza entro il 31 dicembre 1994;
  • titolari di pensione di vecchiaia. A tal proposito l’istituto di previdenza ricorda che per effetto dell’articolo 72 della legge numero 388 del 23 dicembre 2000, a partire dal 1° gennaio 2001 le pensioni di vecchiaia a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti sono interamente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo. Questo a prescindere dall’anzianità contributiva per il riconoscimento e la liquidazione della prestazione;
  • titolari di pensione di vecchiaia liquidata nel sistema contributivo;
  • titolari di pensione di anzianità e di trattamento di prepensionamento;
  • titolari di pensione o assegno di invalidità con un’anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni.

Come lavorare in pensione senza subire tagli: le istruzioni Inps sono chiare

I pensionati non esclusi dal divieto hanno invece l’obbligo di presentare la dichiarazione reddituale. A tal proposito sempre l’Inps, attraverso il messaggio numero 3077 del 19 settembre 2024, ricorda che i titolari di pensione con decorrenza compresa entro il 2023, soggetti al divieto di cumulo parziale della pensione con i redditi da lavoro autonomo, devono provvedere a dichiarare entro il 31 ottobre 2024 i redditi da lavoro autonomo registrati nel 2023. Ci sono comunque delle casistiche particolari.

Le casistiche particolari in evidenza

  • “Le disposizioni in materia di incumulabilità con i redditi da lavoro non si applicano nei confronti dei titolari di pensione di invalidità dalla cui attività, dipendente o autonoma, derivi un reddito complessivo annuo non superiore all’importo del trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti relativo al corrispondente anno. Pertanto, i titolari di pensione di invalidità e di assegno di invalidità che, non trovandosi nelle condizioni di cui al paragrafo 2, sarebbero in linea di principio soggetti al divieto parziale di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo, non sono in concreto assoggettati a tale divieto qualora nell’anno 2023 abbiano conseguito un reddito da lavoro autonomo pari o inferiore a 7.383,22 euro.
  • I trattamenti pensionistici sono totalmente cumulabili con i redditi derivanti da attività svolte nell’ambito di programmi di reinserimento degli anziani in attività socialmente utili promosse da Enti locali e altre istituzioni pubbliche e private. Pertanto, gli anzidetti redditi non assumono alcun rilievo ai fini dell’applicazione del divieto di cumulo con la pensione”.
  • Le indennità e i gettoni di presenza percepiti dagli amministratori locali non sono considerati reddito da lavoro ai fini del cumulo con la pensione.

I pensionati che non dichiarano eventuali redditi da lavoro autonomo, è bene ricordare, possono incorrere in pesanti sanzioni. Si invita pertanto a rivolgersi direttamente all’Inps. Oppure a un intermediario per ottenere maggiori informazioni in merito e adempiere a tale obbligo, onde evitare spiacevoli conseguenze.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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