Da qualche anno, l’assegno unico rappresenta uno strumento essenziale nelle politiche di welfare italiane, rivolgendosi in maniera strutturale alle famiglie con figli a carico.
L’ultima fotografia fornita dall’Osservatorio Statistico, aggiornato con i dati relativi al periodo compreso tra marzo 2022 e febbraio 2025, mette in luce non solo l’estensione del beneficio, ma anche l’impatto concreto che ha avuto sui bilanci familiari.
Assegno unico: oltre 50 miliardi erogati in tre anni
Dal debutto dell’assegno unico universale (AUU) nel marzo 2022, l’impegno economico dello Stato è stato considerevole. Le erogazioni si sono articolate progressivamente: nel 2022, l’anno d’esordio, sono stati distribuiti 13,2 miliardi di euro; nel 2023 si è registrato un incremento, con 18,2 miliardi; il 2024 ha segnato un’ulteriore crescita, toccando i 19,8 miliardi.
A questi importi si aggiungono i 3,3 miliardi già versati nei primi due mesi del 2025. Il totale si avvicina così a quota 54,5 miliardi di euro, a testimonianza del ruolo sempre più centrale di questo strumento nel sistema di protezione sociale.
Una misura universale e progressiva
L’assegno unico è pensato per garantire un aiuto economico mensile a tutte le famiglie con figli, a prescindere dalla condizione lavorativa dei genitori. Tuttavia, il suo ammontare varia sensibilmente in base alla condizione economica del nucleo familiare, rilevata attraverso l’indicatore ISEE. Questo approccio consente di calibrare il sostegno a seconda del bisogno, premiando in misura maggiore i nuclei con redditi e patrimoni più modesti.
Nel febbraio 2025, l’importo medio per figlio è stato pari a 175 euro, includendo le maggiorazioni previste per situazioni particolari, come la presenza di disabilità, famiglie numerose o genitori giovani. L’importo può scendere fino a circa 58 euro per le famiglie che non presentano l’ISEE o che superano il limite massimo previsto per il 2025, fissato a 45.939,56 euro.
Al contrario, le famiglie con ISEE inferiori a 17.227,33 euro, soglia minima considerata, possono ricevere fino a 224 euro per ciascun figlio.
Quasi 6 milioni di famiglie beneficiarie dell’assegno unico
L’analisi aggiornata rivela che nei primi mesi del 2025 sono stati quasi sei milioni i nuclei familiari a beneficiare dell’assegno unico, per un totale di oltre 9,4 milioni di figli. Un dato che evidenzia non solo la portata della misura, ma anche il suo carattere inclusivo. La presenza del beneficio in così larga parte della popolazione dimostra l’efficacia del meccanismo nel raggiungere le famiglie, in particolar modo quelle più vulnerabili.
Nel corso dei tre anni analizzati, l’AUU ha subito alcune modifiche e integrazioni. Specialmente per quanto riguarda le maggiorazioni e la sua compatibilità con altre forme di sussidio. Fino a dicembre 2023, l’assegno è stato riconosciuto anche ai nuclei percettori del Reddito di Cittadinanza (RdC), con una componente specifica all’interno del beneficio complessivo. La progressiva sostituzione del RdC da parte del nuovo strumento di inclusione attiva ha portato a un adeguamento del sistema, mantenendo però invariata la volontà di sostenere economicamente i minori.
Uno dei punti di forza della misura è la sua universalità, che tuttavia si sposa con una forte componente redistributiva.
L’uso dell’ISEE come parametro di riferimento consente di bilanciare equità e inclusività, evitando la duplicazione degli aiuti e favorendo una maggiore razionalizzazione delle risorse pubbliche.
Riassumendo
- L’assegno unico ha distribuito oltre 54 miliardi tra il 2022 e i primi mesi del 2025 (Osservatorio INPS).
- L’importo varia in base all’ISEE: da 58 a 224 euro per figlio.
- Quasi sei milioni di famiglie hanno ricevuto l’assegno nel 2025.
- È uno strumento universale ma con forti criteri redistributivi.
- Ha sostituito e semplificato molte precedenti misure a favore delle famiglie.