Passare dall’oro al contante in pochi minuti grazie all’ATM. Dimenticatevi di Dubai, dove già da tempo è possibile comprare lingotti al distributore. In Cina si è andati oltre, perché è possibile in tempo reale monetizzare i propri gioielli. Un’invenzione che non arriva a caso, temporalmente parlando. Questa settimana, il metallo giallo ha registrato l’ennesimo record assoluto quando ha sfiorato i 3.500 dollari per oncia. Da inizio anno segna un rialzo massimo del 33%. Tutti vanno in cerca del bene rifugio con le borse che cadono e i rendimenti obbligazionari dalla direzione incerta.
Come funziona la monetizzazione dei gioielli
L’ATM per l’oro al centro commerciale Global Harbour di Shanghai lavora praticamente senza sosta.
Ci sono già prenotazioni fino a maggio e i clienti ricevono assistenza da parte del personale tra le 10 di mattina e le 10 di sera. Come funziona per l’esattezza? Inserisci nel distributore un gioiello. Questo viene fuso a una temperatura di 1.000 gradi, analizzato per determinarne il grado di purezza e il peso e, a quel punto, viene indicata al cliente la cifra che gli sarà accreditata al netto della commissione di 18 yuan per grammo (circa 2,15 euro). Questi dovrà inserire i dati bancari relativi al conto corrente sul quale gli verrà effettuato l’accredito in denaro.
Questo ATM per l’oro prevede un peso minimo di 3 grammi e un grado di purezza non inferiore al 50%. La scorsa settimana, il metallo veniva scambiato a 785 yuan al grammo (circa 94 euro) contro una quotazione arrivata a 850 yuan (sopra 100 euro). Nelle gioiellerie locali, lo scambio avveniva a 715 yuan. Ecco spiegato il successo dell’iniziativa, che non è una novità assoluta.
In tutta la Cina esistono già un centinaio di questi distributori collocati nelle principali città, tra cui Pechino, Guangzhou, Shenzen e Hong Kong. Si stanno moltiplicando come funghi proprio in coincidenza con la corsa dell’oro sui mercati.
Voglia di gold standard

Sui social i commenti sono entusiastici. Molti utenti ritengono che gli ATM per l’oro segnalino il ritorno al “gold standard”, il sistema monetario impostato sull’emissione di moneta in relazione alla quantità di metallo detenuto dalla banca centrale. Sarebbe la fine del dollaro, la cui supremazia assoluta sui mercati finanziari inizia ad essere messa in discussione in queste settimane di annunci sui dazi. Saranno esagerazioni, ma rispecchiano il sentimento crescente tra la popolazione mondiale, non soltanto cinese.
Qual è l’identikit di coloro che si rivolgono agli ATM per scambiare oro in contanti? Si tratta perlopiù di donne tra 50 e 70 anni, magari in possesso di gioielli acquistati anni fa, quando i prezzi erano molto più bassi e che adesso vogliono monetizzare i guadagni. Tuttavia, potrebbe non essere la mossa giusta nell’ottica di un apprezzamento ancora maggiore per il metallo. Resta da vedere se simili iniziative arriveranno anche in Europa, dove il successo sarebbe probabilmente replicato.
ATM per oro anche fuori dalla Cina?
Ad attirare i clienti è la trasparenza delle condizioni offerte, in quanto standardizzate. Tutti sanno con esattezza quale sarà il prezzo a cui l’ATM pagherà l’oro dopo averlo fuso, valutato e pesato. L’automazione ispira fiducia, cosa che non sempre accade quando ti ritrovi di fronte un esperto del mestiere in carne ed ossa e che può anche barare sulle condizioni. L’esperienza si conclude in 20-30 minuti, che è un lasso di tempo più che accettabile per passare da una collana a un accredito sul conto corrente. E chissà quale sarebbe il riscontro in un Paese come l’India, dove le famiglie detengono nei cassetti migliaia di tonnellate di oro potenzialmente convertibili in denaro sonante.