L’Assegno di Inclusione è una misura molto particolare e anche i beneficiari spesso sono confusi rispetto alle cifre che effettivamente incassano con questa misura. All’occhio dei meno pratici con le questioni burocratiche e normative dell’INPS, può sembrare che a parità di condizioni e di famiglia ci siano cittadini che prendono una ricarica dell’Assegno di Inclusione maggiore di altri. Invece va detto che le regole sono uguali per tutti e che molto dipende dalla situazione reddituale, patrimoniale e di composizione del nucleo familiare. L’INPS opera i calcoli alla stessa maniera. E adesso vedremo come.
Assegno di Inclusione, la guida al calcolo degli importi
Alla luce dei dubbi che molti lettori hanno riguardo le regole di calcolo dell’assegno di inclusione, soprattutto dal punto di vista del calcolo, ecco una sintetica guida che può tornare utile anche al nostro lettore del quesito qui sotto.
Una guida per capire come effettivamente l’INPS arriva a calcolare l’Assegno di Inclusione alle famiglie e ai singoli beneficiari.
“Buonasera, sono un uomo di 61 anni, con mia moglie che ne ha 50 e mio figlio, disoccupato che ha 32 anni e vive nel nostro stesso nucleo familiare. Ho ISEE zero, niente soldi in banca, niente case e terreni e niente lavoro. Mi chiedevo come mai prendo solo poco più di 500 euro al mese di Assegno di Inclusione. Per esempio una mia vicina prende 700 euro e sono solo in due in famiglia, lei e suo figlio che è coetaneo con il mio.”
I calcoli dell’Assegno di Inclusione
L’Assegno di Inclusione è quella misura che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza dal 2024.
Da gennaio 2024 al posto della vecchia misura infatti ecco arrivata la nuova. E con qualche differenza rispetto a prima. Per esempio, con l’Assegno di Inclusione la platea dei beneficiari è ridotta. Un nucleo familiare rimasto invariato da ogni punto di vista rispetto al Reddito di Cittadinanza, può essere che percepisca meno con l’Assegno di Inclusione. Questo dipende proprio dalla riduzione di platea. Con il Reddito di Cittadinanza infatti, tutta la famiglia era considerata idonea al calcolo del sussidio, mentre per l’Assegno di Inclusione non è così. Nella nuova misura entrano solo i seguenti soggetti:
- over 60;
- under 18;
- invalidi al 67% almeno;
- presi in carico dal servizio sociale o sanitario;
- con carichi di cura per familiari disabili o figli piccoli.
Ecco spiegato per esempio perché una famiglia con 4 persone, due over 60 e due under 60, con il Reddito di Cittadinanza prendevano un sussidio calcolato su 4 persone e non su due come funziona l’Assegno di Inclusione (solo sui due over 60).
Ecco la scala di equivalenza utile al calcolo dell’Assegno di Inclusione 2025
L’Assegno di Inclusione è una misura che ha una parte che integra il reddito del nucleo familiare ed un’altra parte che invece concede un ristoro sull’affitto pagato da chi vive in locazione e con contratto di locazione regolarmente registrato. Evidente che chi vive in affitto rispetto a chi vive in una casa di proprietà o in comodato d’uso gratuito, o in affitto in nero, a parità delle altre condizioni reddituali, patrimoniali e di composizione del nucleo familiare, prende di più.
Il calcolo della parte di integrazione al reddito parte da 541,66 euro al mese nel 2025. Questa è la cifra massima che può prendere il singolo senza altri redditi e con ISEE pari a zero. Il primo beneficiario dell’Assegno di Inclusione è considerato scala 1. Perché per comprendere a quanto ammonta il beneficio si deve capire come funzionano le scale di equivalenza.
Per l’Assegno di Inclusione, fermo restando scala 1 per il singolo e primo beneficiario del sussidio, ecco gli altri parametri:
0,50 per ogni componente non autosufficiente o con disabilità;
0,40 per ogni componente di età pari o superiore a 60 anni;
0,40 per ogni componente maggiorenne con carichi di cura;
0,30 per ogni componente adulto inserito nei programmi di cura e di assistenza;
0,15 per ogni minore ma solo per i primi due minori;
0,10 per ciascun altro minore oltre il secondo.
Cifre, importi e regole per il sussidio, ecco come orientarsi
Una famiglia con reddito zero, composta da due over 60 prenderà quindi 758,32 euro perché si moltiplica 541,66 per 1,40, cioè 1 per il primo beneficiario e 0,40 per il secondo. Se uno dei due componenti è invalido, ecco che la cifra sale a 812,49 euro con scala 1,50 e così via dicendo. Integrazione al reddito significa che la soglia prevista va ridotta del reddito che la famiglia ha come si evince dall’ISEE. Chi ha 1.200 euro di reddito familiare, cioè 100 euro al mese, deve sottrarre dall’importo massimo fruibile in base alla sua scala di equivalenza, questi 100 euro. Alla somma che integra il reddito come dicevamo, si aggiunge eventualmente la componente dell’affitto imputato. Chi vive con contratto di locazione e lo indica nella domanda di Assegno di Inclusione e nella Dichiarazione Sostitutiva Unica valida per ottenere l’ISEE, può prendere una integrazione fissa da 303,34 euro al mese. La parte dell’Assegno di Inclusione collegata all’affitto non varia in base alla scala di equivalenza.
Ho 76anni, vivo con mio marito che ha 81 anni sono disabile all’80 per cento viamo in casa in affitto con la pensione di mio marito di 1300 euro, non abbiamo altri redditi, ho diritto a l’assegno di inclusione? Grazie