Addio Sanremo, dove faranno il prossimo festival e quanto guadagna?

Quale sarà e quanto incasserà la città che sarà scelta per ospitare il prossimo festival della canzone italiana?
1 settimana fa
3 minuti di lettura
sanremo
Foto © Licenza Creative Commons

Da quando la Rai ha annunciato che il contratto con la città di Sanremo scadrà nel 2025, si è scatenata una vera e propria corsa alla candidatura. Il Festival della Canzone Italiana, oltre a essere il più grande evento musicale del Paese, è anche un formidabile volano economico per la località che lo ospita. Non sorprende quindi che diverse città abbiano già manifestato interesse a diventare la nuova casa della kermesse. Ma chi potrebbe prendere il posto di Sanremo? E soprattutto: quanto potrebbe guadagnare la città che verrà scelta?

La scelta del nuovo palcoscenico potrebbe rappresentare un’opportunità storica per rilanciare località che hanno vocazione culturale, ma che faticano ad attrarre flussi turistici fuori stagione.

Il Festival, infatti, non è solo musica: è un evento mediatico, commerciale, culturale e turistico che per una settimana accende i riflettori dell’intera nazione (e anche di una parte dell’estero) sulla città ospitante. Di conseguenza, anche l’indotto si trasforma in un fiume d’oro: alberghi pieni, ristoranti sold out, vendite locali in crescita e una visibilità mediatica senza paragoni.

Le città candidate: chi vuole il Festival e perché

Tra le città che hanno manifestato pubblicamente l’interesse ad ospitare il Festival spiccano Jesolo, Bologna, Pesaro, Bari, Torino e Milano. Ognuna con motivazioni diverse, ma tutte con l’obiettivo di legare il proprio nome al più potente brand della musica italiana.

Jesolo punta sul turismo e sulla capacità di attrarre flussi nazionali e internazionali anche fuori dalla stagione balneare. Bologna si presenta come capitale musicale, con un patrimonio culturale che spazia da Lucio Dalla al Conservatorio, forte di una logistica ben connessa.

Pesaro, Capitale Italiana della Cultura 2024, vede nel Festival un’eredità ideale per consolidare il suo ruolo nel panorama artistico nazionale. Bari vuole rappresentare il Sud, forte di una scena musicale emergente e di una crescente apertura a grandi eventi. Torino, già sperimentata con l’Eurovision, vanta spazi e capacità organizzativa. Milano, infine, si propone con un mix di glamour, moda, industria musicale e infrastrutture già pronte.

Ognuna di queste città offre spazi adeguati, palazzetti o teatri di pregio, oltre a una rete ricettiva e una logistica che potrebbero sostenere l’ondata di visitatori, addetti ai lavori e giornalisti che ogni anno ruotano attorno al Festival.

Quanto guadagna una città che ospita il Festival

I numeri dell’impatto economico del Festival sono impressionanti. Secondo alcune stime, l’indotto diretto e indiretto per la città di Sanremo durante la settimana della manifestazione supera i 20 milioni di euro. Questa cifra comprende soggiorni in hotel, pranzi e cene, acquisti nei negozi, eventi paralleli, merchandising, affitti temporanei e trasporti.

Ma i benefici non finiscono qui. C’è anche un ritorno d’immagine che si traduce in un aumento del turismo nei mesi successivi, grazie alla promozione televisiva e digitale che raggiunge milioni di spettatori. Solo nel 2024, Sanremo ha registrato un aumento del 15% delle prenotazioni nei tre mesi successivi al Festival, segno che l’effetto-risonanza ha impatti duraturi.

Immaginando che il Festival venga ospitato in una città come Bologna, il ritorno potrebbe superare i 25-30 milioni di euro, grazie alla maggiore capacità ricettiva e alla possibilità di creare un evento diffuso, che coinvolga teatri minori, piazze e attività commerciali. In città come Milano, l’indotto potrebbe addirittura raddoppiare, spingendosi oltre i 50 milioni, grazie alla sinergia con il mondo della moda, della pubblicità e degli eventi collaterali.

Anche per realtà più piccole, come Pesaro o Jesolo, l’effetto Sanremo sarebbe gigantesco: un evento del genere potrebbe rappresentare il 20-30% del PIL turistico annuale. Con la giusta programmazione, potrebbero strutturare pacchetti culturali, promozionali e musicali per estendere i benefici per mesi, attirando nuovi investimenti e posizionandosi come nuove capitali della cultura pop italiana.

Scenari futuri: tra nostalgia e rinnovamento

La decisione della Rai non sarà semplice. Sanremo è un simbolo, un marchio storico che ha plasmato l’identità del Festival. Cambiare città significherebbe rompere con la tradizione, ma anche dare al Festival un’aria nuova, più dinamica e più vicina a un pubblico giovane e internazionale.

Un nuovo Sanremo (anche se il nome, molto probabilmente, resterebbe) potrebbe reinventarsi, senza snaturarsi. La sede cambierebbe, ma il cuore resterebbe quello della grande musica italiana, mescolata a spettacolo e costume. In cambio, la città ospitante guadagnerebbe una visibilità senza precedenti, un’occasione unica per crescere e rilanciarsi.

Il Festival di Sanremo è molto più di un concorso canoro. È un evento economico, culturale e simbolico di portata nazionale. La città che riuscirà ad aggiudicarselo potrà beneficiare di un ritorno economico consistente e di una spinta d’immagine difficilmente eguagliabile. In questo scenario, la competizione tra le città candidate è appena cominciata, ma una cosa è certa: chi vincerà, incasserà molto più di un semplice applauso.

Riassumendo.

  • Diverse città italiane si candidano a ospitare il Festival di Sanremo dopo il 2025, tra cui Bologna, Jesolo e Bari.
  • L’indotto per la città scelta potrebbe superare i 20-30 milioni di euro tra turismo, visibilità e spese locali.
  • Il Festival rappresenta un’opportunità unica per rilanciare l’immagine e l’economia del territorio ospitante.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

L’angolo dei certificati

Quotazione del BTp Più alla pari
Articolo precedente

Quotazione del BTp Più 2033 tornata alla pari, ma il rendimento dall’emissione è salito

accesso domiciliare controllo fiscale
Articolo seguente

Accesso domiciliare per controlli fiscali: resta valido anche se autorizzato male (Cassazione)