Acconti Irpef 2025. Il Governo approva il decreto “salva 730” (acconti ridotti)

Il Governo Meloni corregge il calcolo degli acconti IRPEF 2025, evitando aumenti fiscali per lavoratori e pensionati
1 settimana fa
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Il Governo Meloni nella giornata di ieri 22 aprile ha approvato un decreto legge, c.d. decreto “salva 730” con il quale pone rimedio al pasticcio normativo relativo al calcolo degli acconti Irpef per il 2025.

Il decreto introduce infatti disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) dovuti per l’anno 2025.

Grazie al nuovo decreto, gli acconti 2025 saranno calcolati sulla base dei tre scaglioni Irpef e non sui quattro in essere prima della Legge n°207/2024, Legge di bilancio 2025.

Senza un intervento normativo i contribuenti avrebbero subito un aggravio d’imposta; la questione riguardava soprattutto chi ha avuto più datori di lavoro ossia più certificazioni uniche nel corso dell’anno 2024 oppure i lavoratori domestici che non hanno un vero e proprio sostituto d’imposta.

La questione degli acconti 2025

Prima di entrare nello specifico del nuovo decreto, è necessario risalire al motivo per il quale è stata necessaria la sua approvazione.

Il decreto n°216/2023, decreto di riforma fiscale, all’articolo 1, comma 4, ha previsto per il periodo d’imposta 2024:

  • la riduzione dal 25 al 23% dell’aliquota IRPEF per i redditi da 15.000 a 28.000 euro e
  • l’innalzamento della detrazione di lavoro dipendente da 1.880 euro a 1.955 euro.

Lo stesso decreto ha disposto però che le nuove aliquote Irpef non si applicassero nel calcolo degli acconti 2024 e 2025.

Tuttavia, successivamente l’ultima Legge di Bilancio ha confermato la struttura a tre Irpef scaglioni introdotta nel 2024, rendendola permanente.

Le aliquote sono rimaste: Fino a 28.000 euro: aliquota del 23% Da 28.001 a 50.000 euro: aliquota del 35% Oltre 50.000 euro: aliquota del 43%.

Quindi da un lato avevamo una norma che diceva che il calcolo degli acconti 2025 dovesse avvenire sulla base delle vecchie aliquote a tre scaglioni: Fino a 15.000 euro: aliquota del 23%; Da 15.001 a 28.000 euro: aliquota del 25%; Da 28.001 a 50.000 euro: aliquota del 35%.

Oltre 50.000 euro: aliquota del 43%.

Dall’altro invece la Legge di bilancio confermava l’Irpef a tre aliquote rendendola strutturale.

Da qui, il Governo si era impegnato, dopo varie segnalazioni effettuate dai CAF, ad intervenire con apposito decreto per permettere l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per il calcolo dell’acconto Irpef dovuto per lo stesso anno. Ciò per evitare che i lavoratori avessero buste paghe più leggere.

E’ confermato che l’acconto Irpef è dovuto solo laddove la differenza tra l’imposta dell’anno 2024 e le detrazioni, i crediti d’imposta e le ritenute supera i 51,65 euro.

Il nuovo decreto per rimediare alla riforma fiscale

In considerazione di quanto detto fin qui, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) dovuti per l’anno 2025.

Il provvedimento introduce norme di coordinamento tra il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, attuativo della delega sulla riforma fiscale, e la legge di bilancio per il 2025 (legge 30 dicembre 2024, n. 207).

In seguito all’intervento, si conferma che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto IRPEF per il 2025.

Questo il contenuto del comunicato stampa sul decreto legge “acconti Irpef”.

Detto ciò, grazie al nuovo decreto, gli acconti 2025 saranno calcolati sulla base dei tre scaglioni Irpef e non sui quattro in essere prima della Legge n°207/2024, Legge di bilancio 2025.

Dunque, ai fini del calcolo degli acconti Irpef si considerano le seguenti aliquote:

  • Fino a 28.000 euro: aliquota del 23%
  • Da 28.001 a 50.000 euro: aliquota del 35%
  • Oltre 50.000 euro: aliquota del 43%.

A ogni modo, sul taglio al cuneo fiscale con impatti sugli acconti abbiamo già pubblicato delle simulazioni sul risparmio in busta paga.

Ci sono casi in cui le nuove aliquote consentiranno di passare da una situazione a debito a una a credito, con diritto al relativo rimborso in busta paga.

Riassumendo.

  • Il Governo Meloni ha approvato il 22 aprile 2025 un decreto-legge che chiarisce il calcolo degli acconti IRPEF per il 2025.
  • Gli acconti IRPEF 2025 saranno calcolati sui tre scaglioni confermati dalla Legge di Bilancio 2025, evitando un aumento impositivo.
  • Senza il decreto, soprattutto lavoratori con più datori di lavoro o lavoratori domestici avrebbero avuto imposte più alte.
  • Il problema era nato da incongruenze normative tra il decreto fiscale del 2023  e la Legge di Bilancio 2025.
  • I lavoratori dipendenti e pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto IRPEF per il 2025.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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