L’albero della cuccagna del Reddito di Cittadinanza: altre 9 mila denunce

Altre migliaia di denunce e arresti per truffa col reddito di cittadinanza. Non solo al Sud, adesso arrivano anche i rumeni a far man bassa.
4 anni fa
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Altre migliaia di denunce e arresti per truffa col reddito di cittadinanza. Non solo al Sud, adesso arrivano anche i rumeni a far man bassa.

Si moltiplicano le denunce per truffa ai danni dello Stato per il reddito di cittadinanza. Non passa giorno che i notiziari non riportino episodi scandalosi di appropriazione indebita di denaro pubblico.

Eppure il governo e la compagine politica che lo sostiene tira dritto e finanzia il reddito di cittadinanza anche per il 2022. Potenziandone addirittura i fondi. La scena sembra quella del Titanic che vede l’orchestra suonare imperterrita mentre la nave cola a picco.

Reddito di cittadinanza, migliaia di truffe milionarie

L’ennesimo episodio di truffa questa volta riguarda una banda di romeni. I finanzieri della guardia di finanza di Cremona e Novara hanno denunciato oltre 9 mila persone che avrebbero percepito indebitamente erogazioni pubbliche, tra cui il reddito di cittadinanza.

L’operazione ha portato agli arresti 16 persone e centinaia di indagati, molti anche all’estero. Sventata una truffa da 60 milioni di euro, una delle tante. Solo una settimana fa i Carabinieri avevano scovato altre 4.839 posizioni irregolari in cinque regioni del Sud.

Ma non è solo il Mezzogiorno a essere interessato all’albero della cuccagna del reddito di cittadinanza. L’operazione della Guardia di Finanza ha interessato anche le province di Cremona, Lodi, Brescia, Pavia e Milano, oltre a quelle di Andria, Barletta e Agrigento.

Scarsi controlli alla base degli illeciti

Da quanto capitato finora e che continua a suscitare indignazione generale, quello che non funziona del reddito di cittadinanza sono i controlli. Sono fatti male o non vengono fatti per niente. Tutto si basa sull’accertamento documentale che può essere benissimo falso.

Taroccare una carta d’identità o un indirizzo di residenza non è impresa difficile per bande di rumeni dediti a questo tipo di illeciti.

Poi ci sono i Caf compiacenti che raccolgono le domande di reddito di cittadinanza da inviare all’Inps.

L’Inps inizia a pagare e quando salta fuori che i soldi non erano dovuti, difficilmente si è in grado di recuperarli, soprattutto se sparisco all’estero. Come capitato ultimamente ed evidenziato dalle indagini condotte dalla GdF.

Ci si domanda ancora se il problema non si alla radice e se non sia risolvibile una volta per tutte. Il Movimento 5 Stelle continua a difendere la bontà e utilità del reddito di cittadinanza, ma è del tutto evidente che sia un fallimento totale anche per aiutare i beneficiari a trovare lavoro.

Non sarebbe meglio a questo punto ripristinare i lavori socialmente utili come 20 anni fa dove lo Stato paga e aiuta i bisognosi in cambio di prestazioni lavorative?

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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