E’ stato il primo banco di prova per il mercato sovrano italiano dopo la promozione del rating da parte di S&P di venerdì scorso. Il collocamento sindacato per l’emissione del nuovo BTp a 7 anni, scadenza 15 luglio 2032 (ISIN: IT0005647265), e del nuovo BTp€i a 30 anni, scadenza 15 maggio 2056 (ISIN: IT0005647273), ha attirato complessivamente ordini per oltre 103 miliardi di euro. Il Tesoro ha offerto in tutto 11 miliardi, suddivisi tra 8 miliardi per il bond con cedola fissa e 3 miliardi per quello indicizzato all’inflazione dell’Eurozona.
Risultati emissione e confronto con precedenti
Nel dettaglio, il collocamento del BTp luglio 2032 ha esitato un rendimento a premio di 13 punti base sulla scadenza di novembre 2031, attuale “benchmark” a 7 anni.
Pertanto, il bond offre il 3,281% lordo e staccherà cedola annua del 3,25% con data di godimento del 25 aprile 2025. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,974 centesimi. Gli ordini sono stati pari a 50 miliardi, più di 6 volte l’importo offerto. Per quanto riguarda il BTp€i maggio 2056 gli ordini sono stati superiori a 53 miliardi, quasi 18 volte l’offerta. Il rendimento esitato è stato di 36 punti sopra quello del BTp€i maggio 2051. Dunque, esso sarà del 2,601% annuale e la cedola reale è stata fissata al 2,55% con data di godimento del 15 novembre 2024 e un prezzo di aggiudicazione di 99,268 centesimi. Per entrambi i bond la data di regolamento sarà il prossimo 25 aprile.
Quale giudizio si può trarre dai risultati? Il collocamento del BTp dual tranche è andato bene, anche se non ha segnato alcun record. All’inizio dell’anno, il Tesoro aveva ricevuto ordini per 269 miliardi per il nuovo BTp a 10 anni e il nuovo BTp Green a 20 anni.
L’offerta era stata allora di 18 miliardi. A settembre dello scorso anno, poi, il nuovo BTp a 30 anni con scadenza ottobre 2054 aveva segnato un record con ordini per 131 miliardi, superati per un unico bond solamente pochi mesi dopo dal suddetto decennale a 133 miliardi.
Collocamento BTp tra tensioni finanziarie
D’altra parte il collocamento di questi due BTp arriva in un momento non facile per i mercati finanziari. Le tensioni commerciali scatenate dai dazi americani hanno pesato negativamente sull’umore degli investitori, anche se ultimamente stanno favorendo proprio i bond per l’avversione al rischio che si sta diffondendo. Lo spread a 10 anni con la Germania, che a marzo era sceso fino a circa 100 punti base e al termine della settimana scorsa risultava risalito a ridosso dei 130, è risceso sotto 120. Trattasi di livelli simili a quelli di inizio anno, ma inferiori ai circa 135 a cui si attestava al collocamento sindacato del settembre scorso.
Il maggiore successo del BTp indicizzato al collocamento di ieri segnala quanto i mercati starebbero cercando protezione contro il rischio di inflazione. Il dato è doppiamente curioso, se si pensa che il bond ha una durata trentennale e generalmente le scadenze più corte attirano ordini maggiori, anche se il discorso varia a seconda che parliamo di investitori retail o istituzionali. E all’operazione di ieri hanno partecipato solamente i secondi, evidentemente desiderosi di immunizzare i propri portafogli dal carovita. L’inflazione media annua insita nei prezzi per l’Eurozona è intorno all’1,80% per i prossimi 30 anni.