Nel panorama dei lavoratori domestico in Italia (colf e badanti), una delle caratteristiche distintive che lo differenzia da altre tipologie contrattuali riguarda il trattamento fiscale riservato al loro stipendio. Questa peculiarità comporta importanti conseguenze, in particolare in riferimento all’obbligo della dichiarazione dei redditi colf e badanti per l’anno fiscale 2025.
Una delle principali differenze tra il lavoro domestico e le altre forme contrattuali riguarda l’inquadramento fiscale del datore di lavoro. Nella maggior parte dei settori, il datore funge anche da sostituto d’imposta. Ossia è responsabile della trattenuta e del versamento dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) per conto del dipendente.
Nel caso dei rapporti di lavoro domestico, invece, il datore di lavoro – solitamente una famiglia o un privato – non assume il ruolo di sostituto d’imposta. Questo significa che non applica alcuna ritenuta fiscale direttamente sulla busta paga del lavoratore e non effettua alcun versamento di imposta allo Stato per suo conto.
Lavoratore domestico: nessun bonus o detrazione in busta paga
L’assenza della qualifica di sostituto d’imposta ha ulteriori conseguenze: il datore di lavoro domestico non è tenuto a riconoscere detrazioni fiscali o bonus che spetterebbero al lavoratore. Diversamente da quanto avviene nei contesti aziendali o pubblici, dove detrazioni per familiari a carico, bonus Irpef o altri benefici fiscali possono essere anticipati direttamente nella retribuzione mensile, nei rapporti di lavoro domestico tali importi non vengono riconosciuti in busta paga.
Il lavoratore, dunque, potrà usufruire di tali agevolazioni fiscali solo successivamente, attraverso la propria dichiarazione dei redditi. Il datore di lavoro, invece, ha l’obbligo di versare i contributi per il lavoratore domestico (sia per la parte a carico di quest’ultimo sia per la quota a carico del datore stesso).
In ogni caso deve rilasciare una sorta di Certificazione Unica al lavoratore domestico.
Obbligo di dichiarazione dei redditi per colf e badanti
L’impossibilità per il datore di svolgere funzioni fiscali comporta un’importante conseguenza per i lavoratori domestici: l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Nella maggior parte dei casi, i dipendenti con un solo datore di lavoro possono evitare di presentare il modello 730, a condizione che le imposte siano state correttamente trattenute alla fonte e che non sia necessario restituire bonus percepiti in eccesso, come ad esempio il trattamento integrativo.
Tuttavia, questa prassi non si applica ai lavoratori del settore domestico. In assenza di ritenute fiscali operate in busta paga, la dichiarazione dei redditi colf e badanti per il 2025 sarà obbligatoria. Anche se hanno lavorato per un unico datore per tutto l’anno e anche se il loro reddito rientra in soglie che, in altri contesti, esenterebbero dalla dichiarazione.
Motivazioni dell’obbligo dichiarativo
L’obbligatorietà deriva dalla necessità di regolarizzare la propria posizione fiscale. Dato che lo stipendio percepito nel corso dell’anno non è stato oggetto di alcuna tassazione, è attraverso il modello 730 o il modello Redditi che si calcola e si versa l’imposta dovuta.
Inoltre, solo tramite la dichiarazione è possibile accedere a una serie di benefici fiscali: detrazioni per lavoro dipendente, spese sanitarie, interessi sul mutuo, detrazioni per figli o altri familiari a carico. Per i lavoratori domestici, quindi, la dichiarazione dei redditi rappresenta l’unico strumento per accedere a questi vantaggi fiscali.
Implicazioni pratiche per lavoratori e consulenti
La specificità del lavoro domestico comporta che molti lavoratori non siano pienamente consapevoli dei propri obblighi fiscali. In alcuni casi, si tende erroneamente a ritenere che l’assenza di trattenute equivalga a una non imponibilità del reddito, quando in realtà si tratta solo di una diversa modalità di gestione fiscale.
Pertanto, è fondamentale che colf e badanti siano correttamente informati. E che si rivolgano per tempo a un professionista – come un consulente del lavoro o un CAF – per procedere con la compilazione della dichiarazione. Questo anche al fine di evitare sanzioni per omessa dichiarazione o versamento tardivo delle imposte.
Dichiarazione redditi lavoratore domestico: modelli fiscali utilizzabili
Per adempiere agli obblighi fiscali, i lavoratori domestici possono ricorrere al modello 730 senza sostituto d’imposta, se hanno i requisiti per presentarlo. Oppure al Modello Redditi Persone Fisiche. In dichiarazione il lavoratore può far valere detrazioni e deduzioni fiscali.
Se dalla dichiarazione scaturisce un debito d’imposta, il lavoratore deve versarlo con Modello F24. Se, invece, viene fuori un credito allora potrà chiederlo a rimborso o in compensazione.
Riassumendo
- I datori di lavoratori domestici non agiscono come sostituti d’imposta per colf e badanti.
- Nessuna ritenuta IRPEF o bonus viene applicata sullo stipendio dei lavoratori domestici.
- Colf e badanti devono presentare obbligatoriamente la dichiarazione dei redditi nel 2025.
- La dichiarazione serve per calcolare e versare le imposte non trattenute in busta paga.
- Solo con la dichiarazione si accede a detrazioni e agevolazioni fiscali.