Il settore automobilistico italiano è di nuovo sotto pressione, stavolta non solo per il calo della domanda interna o la transizione all’elettrico, ma per un rischio geopolitico: i dazi minacciati dal presidente statunitense Donald Trump. L’Unione Europea sta valutando contromisure e strategie comuni per fronteggiare la minaccia. Ma intanto l’Italia rischia di essere tra i paesi più colpiti.
Dazi USA sulle auto europee: un rischio reale
La possibilità che gli Stati Uniti introducano nuovi dazi sulle auto europee — specialmente quelle elettriche — non è più una semplice ipotesi. Trump, tornato alla Casa Bianca a gennaio 2025, ha già dichiarato l’intenzione di proteggere l’industria americana da quella che definisce una concorrenza “sleale”, puntando in particolare il dito contro l’Europa e la Cina.
In questo contesto, le auto prodotte in Europa potrebbero presto essere colpite da un aumento tariffario fino al 100%.
Un colpo che, per l’industria automobilistica italiana, si tradurrebbe in nuove difficoltà su un mercato già in contrazione. I produttori italiani esportano ancora negli Stati Uniti, e le eventuali barriere doganali potrebbero far lievitare i prezzi finali, rendendo meno competitivi i modelli Made in Italy.
L’Italia tra Green Deal e rischio chiusure
Secondo le ultime indiscrezioni, l’industria automobilistica italiana sta già affrontando una crisi strutturale. Le vendite di auto elettriche, penalizzate da incentivi incerti e costi ancora elevati, non compensano il declino delle immatricolazioni di veicoli tradizionali. A peggiorare il quadro, c’è l’attuazione del Green Deal europeo che punta alla messa al bando dei motori a combustione interna entro il 2035.
In un simile scenario, i dazi imposti dagli USA suonano come un ulteriore campanello d’allarme.
L’Italia potrebbe assistere a nuove chiusure di stabilimenti, come già avvenuto negli ultimi anni, con una ricaduta importante in termini di occupazione e produzione industriale. I sindacati del comparto, secondo il sito, parlano apertamente di rischio “desertificazione produttiva”.
Dazi Usa, la risposta dell’Unione Europea
Per affrontare la crisi in atto, l’Unione Europea si sta muovendo su due fronti. Il primo è quello della diplomazia: l’obiettivo è avviare un dialogo costruttivo con l’amministrazione Trump per scongiurare lo scenario peggiore. In parallelo, Bruxelles sta valutando un piano di sostegno per i settori più esposti, tra cui quello automobilistico, e non esclude ritorsioni commerciali nel caso in cui gli USA introducano effettivamente le nuove tariffe.
Giorgia Meloni ha dichiarato di voler proporre personalmente a Trump la formula “zero per zero”, ovvero l’azzeramento reciproco dei dazi tra Unione Europea e Stati Uniti. Un tentativo di disinnescare la bomba doganale prima che esploda. Ma resta da vedere se una simile offerta verrà accolta dalla nuova amministrazione americana.
Nel frattempo, la Commissione UE lavora anche all’ipotesi di modificare o sospendere alcuni obblighi del Green Deal per il settore auto, in modo da alleggerire il peso delle trasformazioni industriali e dare ossigeno alle imprese, almeno nel breve periodo.
I punti più importanti.
- Trump minaccia dazi fino al 100% sulle auto europee, colpendo il Made in Italy.
- Il comparto italiano già in crisi per calo vendite e transizione elettrica.
- UE valuta contromisure e Meloni propone la strategia “zero per zero”.