Detrazioni lavori ristrutturazione: il caso della rinuncia alla successione

La gestione delle detrazioni fiscali per lavori ristrutturazione può complicarsi in caso di successione ereditaria e rinunce.
2 settimane fa
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Foto © Pixabay

Nel contesto delle agevolazioni fiscali previste per i lavori ristrutturazione, un caso particolarmente delicato riguarda il trattamento delle detrazioni in seguito al decesso del soggetto che aveva inizialmente sostenuto le spese.

Quando un immobile oggetto di interventi edilizi passa per successione, la normativa italiana prevede criteri ben precisi per stabilire chi possa continuare a beneficiare delle quote residue della detrazione.

Interventi edilizi e diritto alla detrazione lavori di ristrutturazione

Gli incentivi per la riqualificazione degli immobili, compresi i bonus per ristrutturazioni edilizie, rappresentano un importante strumento di politica fiscale volto a promuovere l’efficienza del patrimonio edilizio italiano. Queste agevolazioni si concretizzano in una detrazione IRPEF, suddivisa generalmente in dieci rate annuali di pari importo.

Quando il beneficiario originario della detrazione viene a mancare prima di aver usufruito dell’intero vantaggio fiscale, la legge stabilisce condizioni specifiche affinché il diritto alla detrazione possa essere trasferito ad altri soggetti.

Il principio del subentro nella detrazione: requisiti e limiti

Nel caso in cui un immobile ristrutturato venga ereditato, le quote non ancora utilizzate della detrazione spettano esclusivamente agli eredi che soddisfano un requisito essenziale. Devono avere la detenzione materiale e diretta dell’immobile.

Questo principio è stato ribadito più volte anche dall’Agenzia delle Entrate, che ha chiarito come il diritto al beneficio fiscale non sia automaticamente legato alla titolarità giuridica dell’immobile, ma piuttosto alla sua effettiva fruizione da parte dell’erede.

Non è quindi sufficiente essere erede per continuare a beneficiare della detrazione legata ai lavori ristrutturazione. O occorre anche occupare direttamente l’immobile o comunque dimostrare di disporne. Ad esempio, cederlo in affitto a terzi oppure volturare le utenze intestandole all’erede che intende disporne (anche come seconda casa).

Il caso del coniuge superstite che rinuncia all’eredità

Una situazione piuttosto frequente riguarda il coniuge superstite che, pur continuando ad abitare l’immobile (per diritto di abitazione), decide di rinunciare all’eredità del coniuge deceduto. In tali circostanze, il diritto alla detrazione si estingue completamente, anche se la persona in questione risiede nell’abitazione.

Infatti, la normativa fiscale non riconosce alcun diritto alla detrazione in capo a chi, pur avendo un diritto reale sull’immobile (come il diritto di abitazione), non ha accettato l’eredità. La rinuncia all’eredità, pur non pregiudicando la possibilità di continuare ad abitare nella casa familiare, comporta però la perdita del legame giuridico necessario per subentrare nei diritti fiscali del defunto.

La posizione degli altri eredi nei lavori di ristrutturazione

Nel caso in cui vi siano altri eredi, come ad esempio i figli, anch’essi potrebbero trovarsi nella condizione di non poter usufruire delle detrazioni residue, qualora non abbiano la detenzione diretta dell’immobile.

Se questi soggetti non vivono stabilmente nell’abitazione in oggetto (di cui il coniuge superstite, come detto, nel la la disponibilità materiale), non possono, infatti, ritenersi titolari del beneficio fiscale. La sola qualità di erede, priva del requisito della detenzione materiale, non è sufficiente per poter proseguire nella fruizione della detrazione.

Un chiarimento normativo: la circolare 17/2023 dell’Agenzia delle Entrate

A confermare questi orientamenti esiste la circolare sui bonus edilizi n. 17 del 2023 dell’Agenzia delle Entrate, documento che fornisce linee guida precise in materia di trasferimento delle detrazioni per ristrutturazione edilizia in caso di successione. Il testo chiarisce che, per poter beneficiare delle rate residue, è necessario essere contemporaneamente eredi e detentori materiali dell’immobile. L’assenza anche solo di uno di questi requisiti comporta la perdita del diritto alla detrazione.

La circolare puntualizza inoltre che il coniuge superstite, qualora rinunci all’eredità, non può in alcun modo subentrare nel diritto alla detrazione. Neppure se continua ad abitare nell’immobile. Allo stesso modo, gli altri eredi non possono godere del beneficio se non hanno la disponibilità diretta dell’unità abitativa.

Detrazione ristrutturazione: implicazioni pratiche

Alla luce di queste regole, risulta fondamentale una corretta pianificazione successoria, soprattutto in presenza di agevolazioni fiscali ancora in corso. In caso di lavori ristrutturazione non ancora completamente detraibili, è consigliabile valutare attentamente gli effetti di una eventuale rinuncia all’eredità da parte del coniuge superstite o di altri familiari.

Chi intende conservare il diritto alla detrazione dovrebbe:

  • accettare formalmente l’eredità;
  • assicurarsi di detenere materialmente l’immobile, cioè utilizzarlo come abitazione, anche se non necessariamente come residenza principale.

In mancanza di questi presupposti, la detrazione decade, senza possibilità di recupero da parte di altri soggetti.

Riassumendo

  • Le detrazioni per lavori ristrutturazione si trasferiscono solo agli eredi che usano l’immobile.
  • Il diritto alla detrazione richiede accettazione dell’eredità e detenzione materiale dell’immobile.
  • Il coniuge superstite che rinuncia all’eredità perde ogni diritto alla detrazione.
  • Gli altri eredi non possono detrarre se non vivono nell’immobile ristrutturato.
  • La circolare 17/2023 conferma i requisiti per il subentro nella detrazione.
  • Senza accortezza nella successione, le detrazioni ristrutturazione possono andare perse.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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